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Prima della prigione
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Hanawa, Kazuichi

Prima della prigione

Bologna : Coconino press, 2004

Abstract: Un disegnatore affascinato dalle pistole. La storia, ambientata nel medioevo giapponese, di una ragazzina divisa tra l'affetto verso il padre, troppo preso dal suo lavoro di costruttore di armi, e l'amicizia con una ragazza che disprezza i propri genitori. Due vicende coinvolgenti e ipnotiche che si intrecciano misteriosamente. Per la prima volta in Europa, il lavoro di un autore che ha sconvolto il Giappone, ammettendo la colpa di aver ricostruito una vecchia pistola arrugginata, reato per cui venne condannato a tre anni di carcere duro. Un viaggio nella psiche e nella fantasia di un uomo che si mette a nudo.

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Facciamo un commento unico per entrambe le opere dell'autore che abbiamo in Italia: "Prima della prigione" e "In prigione".
Questi due volumi, al contrario di quello che si può pensare dai titoli, non sono da considerarsi esattamente come consecutivi. L'autore, Kazuichi Hanawa, nel 1994 fu arrestato per possesso illegale di armi da fuoco, e passò tre anni in carcere. In Prima della prigione (uscito dopo) l'autore racconta la sua passione per le armi da fuoco e in particolare di una pistola che ha riparato per riportarla a nuovo (causa dell'arresto). La cosa inusuale è che dell'intero volume saranno giusto una trentina le pagine dedicate al suo passato, il resto delle pagine narra il giappone medievale (presumibilmente dopo il 1500 vista la presenza di armi da fuoco) e la vita in quei tempi, con forti riflessioni sul tema della libertà. Inerentemente alle armi da fuoco abbiamo come protagonista una bambina figlia di un armaiolo che aveva il compito di produrre appunto i primi fucili. La bambina è "costretta" (anche questo è un tema affrontato) a lavorare per il padre nonostante quel lavoro le causi ribrezzo. L'opera va a toccare moltissimi temi, dalla libertà alla fede, ma ovviamente va anche a criticare quel periodico storico (e alcuni degli aspetti negativi criticati, purtroppo, li possiamo vedere anche oggi). L'autore nel corso del volume spezza letteralmente la narrazione quando più gli aggrada e inserisce una o due pagine (o anche poche vignette) inerenti il suo passato. Non ho mai visto una narrazione così frammentaria; il punto è che è chiaramente una scelta ben precisa. Sembra quasi che l'autore ci stia raccontando una storia e nel frattempo, a sua discrezione, ne approfitta per ricordare il suo passato. Come viene detto proprio nella prima pagina l'autore si vergogna di quanto accadutogli quindi, forse, questa struttura frammentaria è il suo modo di raccontarsi tenendosi comunque distaccato. Sarò sincero, alla prima lettura non mi era piaciuto molto ma rileggendo non posso che riconoscere una certa genialità.

All'opposto troviamo l'altro volume, In prigione, in questo ci viene raccontato con minuzia di dettagli la sua vita nel carcere. L'autore non fa una critica aggressiva al carcere, nè alla sua condanna, anzi addirittura racconta di come si fosse chiesto se il cibo che gli veniva dato (descritto anch'esso minuziosamente, anche perchè era una delle poche gioie) gli fosse dovuto, se lui e gli altri criminali meritavano davvero quel cibo. Ovviamente vengono messi in luce anche gli aspetti negativi, ma in generale l'autore non si esprime più di tanto, lascia il giudizio al lettore che può concordare o meno con le scelte del sistema carcerario giapponese. Altro aspetto molto interessante è la descrizione della mentalità degli altri carcerati che in particolare temono il rientro in società, con il terrore di non riuscire a reintegrarsi. Rispetto all'altro volume qua l'autore si racconta maggiormente ma, in realtà, non si sbilancia mai troppo, l'opera non è mai troppo introspettiva. Questo è sicuramente sintomo di una personalità riservata che, comprensibilmente, si vergogna della vicenda ma vuole comunque narrarla. L'unico momento in cui l'autore getta la maschera è nelle ultime pagine dove, con una metafora semplice ma d'impatto riassume buona parte del suo pensiero.

Concludendo, entrambi i volumi non sono certo letture ordinarie. Sinceramente consiglierei comunque a chiunque abbia già qualche conoscenza del Gekiga di provare ad approcciarsi a questo autore. Come già detto non è indispensabile averli entrambi, quello che più facilmente può andare incontro ai gusti del lettore è sicuramente In prigione, l'altro volume per il tipo di narrazione lo consiglierei solo in seguito.

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