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Abstract: Mohammed Bakr prima della guerra civile siriana faceva il giudice a Homs, adesso vende scarpe vecchie nella provincia di Idlib, l'ultima rimasta nelle mani della rivolta contro il presidente Bashar al-Assad; Rohallah è un talebano di etnia pashtun che con il suo kalashnikov va nella Valle del Panshir a tagliare la gola ai tagichi; Nelson è un bambino di tredici mesi arrivato gravemente denutrito nell'ospedale di Oyam, in Uganda centrale. Questi sono alcuni dei personaggi che Pietro Del Re ha incontrato nei suoi viaggi da inviato tra 2020 e 2022 in Iraq, Siria, Libano, Sudan, Turchia, Egitto, Serbia, Afghanistan, Nagorno Karabakh, Mali, Ucraina, Uganda e Cuba. Sono loro i dimenticati, gli ultimi di cui nessuno, o quasi, si cura.Mentre in Italia e nel resto dell'Occidente l'attenzione si concentrava quasi esclusivamente sulle vittime del Covid-19, altrove si moriva di stenti, torturati nelle carceri di regimi repressivi o sotto i razzi lanciati da un caccia nemico. Ma la rimozione delle tragedie che si svolgono alle periferie del mondo ricco non è soltanto eticamente sbagliata: ignorare questi drammi rischia di diventare un errore politico, perché le loro conseguenze si ripercuotono spesso a livello globale.
Titolo e contributi: I dimenticati
Pubblicazione: Raffaello Cortina Editore, 20/09/2022
EAN: 9788832854534
Data:20-09-2022
Mohammed Bakr prima della guerra civile siriana faceva il giudice a Homs, adesso vende scarpe vecchie nella provincia di Idlib, l'ultima rimasta nelle mani della rivolta contro il presidente Bashar al-Assad; Rohallah è un talebano di etnia pashtun che con il suo kalashnikov va nella Valle del Panshir a tagliare la gola ai tagichi; Nelson è un bambino di tredici mesi arrivato gravemente denutrito nell'ospedale di Oyam, in Uganda centrale. Questi sono alcuni dei personaggi che Pietro Del Re ha incontrato nei suoi viaggi da inviato tra 2020 e 2022 in Iraq, Siria, Libano, Sudan, Turchia, Egitto, Serbia, Afghanistan, Nagorno Karabakh, Mali, Ucraina, Uganda e Cuba. Sono loro i dimenticati, gli ultimi di cui nessuno, o quasi, si cura.Mentre in Italia e nel resto dell'Occidente l'attenzione si concentrava quasi esclusivamente sulle vittime del Covid-19, altrove si moriva di stenti, torturati nelle carceri di regimi repressivi o sotto i razzi lanciati da un caccia nemico. Ma la rimozione delle tragedie che si svolgono alle periferie del mondo ricco non è soltanto eticamente sbagliata: ignorare questi drammi rischia di diventare un errore politico, perché le loro conseguenze si ripercuotono spesso a livello globale.
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