TREVIOLO

TREVIOLO

Didattica all'aperto

Piante, cespugli e fiori creano benessere negli ambienti chiusi e permettono di lavorare e studiare all'aria aperta.

Li sapete riconoscere?

 

Internamente:

  •  Fico beniamino: ha delle importanti proprietà benefiche e viene utilizzata soprattutto per purificare l'aria degli ambienti interni.
  •  Potos: pianta rampicante molto utilizzata all'interno di ambienti chiusi per via della sua capacità di rimuovere sostanze chimiche e altri inquinanti dell'aria.
  •  Spatifillo o giglio della pace: pianta ottima per la purificazione dell'aria, spesso utilizzata negli ambienti interni per la sua splendida colorazione ed eleganza. Si ritiene che sia portatrice di pace per il suo fiore bianco che ricorda una bandiera bianca. E' identificata come segno di tregua e purezza, oltre che segno di positività nell'ambiente, guarigione e speranza. 
  •  Yucca elephantipes: con foglie dalla forma allungata, ha proprietà specialmente antisettiche, oltre che digestive.
  •  Dracena marginata: Il suo nome deriva dal greco, significa "femmina del drago" poiché al suo interno contiene un liquido dal colore rosso che nell'antichità veniva considerato sangue di drago. È conosciuta anche come "albero della felicità",  dal momento che contribuisce  a ridurre lo stress, l'ansia, la tristezza e l'affaticamento mentale.

In giardino:

 

  • Acero americano o negundo (Acer negundo): usato per la produzione di zucchero nell'America del Nord, fu introdotto in Europa nel 1688 come albero ornamentale in quanto di rapido accrescimento.
  • Azalea: l’arbusto, in prossimità dell’ingresso, è una donazione della biblioteca Fratelli Pellegrini del Comune di Borgo a Mozzano, con il quale Treviolo è gemellato. A Borgo a Mozzano si tiene ogni 2 anni un’importante mostra-mercato dell’azalea
  • Betulla (Betula pendula): simbolo di luce nei paesi nordici in quanto la sua corteccia bianca sembra illuminare l’ambiente circostante. Dalla corteccia si ricava un olio per la concia del cuoio e come medicinale.
  • Biancospino selvatico (Crataegus monogyna): dal greco kràtaigos, “forza e robustezza”. I suoi fiori decoravano i capelli e le vesti delle spose in quanto associato alla speranza e alla fertilità, ma anche le culle dei neonati, in quanto si credeva potesse allontanare gli spiriti maligni.
  • Carpino bianco (Carpinus betulus) è un albero di terza grandezza, alto sino a 20 (25) m che costituiva l’immensa foresta che ricopriva la Pianura Padana, adatto per creare viali alberati e siepi divisorie. E’ una pianta di vigoria eccezionale.
  • Ciliegio: la splendida colorazione dei suoi fiori rallegra lo spazio circostante rendendolo armonioso e tranquillo ( da Kerasus, città di Kerasunte). I suoi rami anticamente venivano bruciati nelle feste natalizie e all'inizio del nuovo anno per invocare un nuovo inizio. Le ceneri venivano poi utilizzate per fecondare le vigne. I ciliegi sono stati donati da AIDO.  Vi invitiamo a scansionare il QRcode posto davanti ad essi.
  • Falso gelsomino (Trachelospermum jasminoides): arbusto rampicante e sempreverde, che in primavera inonda del suo profumo i nostri vialetti.
  • Geranio (Pelargonium): in aromaterapia gli vengono riconosciute proprietà riequilibratrici del sistema nervoso, antidepressive, antinfiammatorie, lenitive, antisettiche.
  • Rosa canina: l’arbusto spontaneo più altamente diffuso in Italia, il cui uso è principalmente medicinale per l’altissimo contenuto di vitamina C.
  • Rosmarino (nella fioriera): pianta aromatica.  Il rosmarino cresce spontaneamente nell'area mediterranea; ricco di proprietà curative. Ci sono diverse leggende legate a questa pianta, una è narrata da Ovidio nelle Metamorfosi: i raggi del sole, sulla tomba della giovane principessa Leucotoe, penetrano fino a raggiungere le spoglie della fanciulla, che lentamente si trasformano in una pianta dalla fragranza intensa, dalle esili foglie e dai fiori viola-azzurro pallido: il Rosmarino. 
  • Salvia (nella fioriera): pianta aromatica. Molto utilizzata anche dalla medicina omeopatica. Nell'antichità era considerata un'erba sacra. Il suo nome deriva dal latino "salvus" ossia "sano, in salute". Nel Medioevo era considerata una sorta di rimedio universale ed era talmente importante da essere immagine della vita stessa del padrone di casa: se la pianta nell’orto era vigorosa, significava che anche il padrone di casa godeva di buona salute e la famiglia di prosperità; se la pianta era appassita o secca, significava che il capofamiglia era ammalato o addirittura morto.

Riferimenti (ultima consultazione 3 agosto 2023)

 

Scoprendo il verde che ci circonda...