SAN GIOVANNI BIANCO

SAN GIOVANNI BIANCO

La Storia

Inserito nel Parco delle Orobie, il paese di San Giovanni Bianco (m.400 s.l.m.) occupa una ridente conca, che alterna al verde del paesaggio i morbidi colori delle contrade, che dal fondo valle salgono a lambire i crinali di Paglio ed il gruppo del Cancervo (m.1800).

 

 

La caratteristica architettura del centro storico, segnata dagli archi delle vie porticate e dall’intreccio dei ponti che scavalcano le acque del Brembo e dell’Enna, testimonia le origini medievali del comune, il cui sviluppo favorì il graduale espandersi dell’economia vallare.

 

 

Le più autorevoli famiglie locali acquisirono ben presto posti di rilievo nel patriziato nobiliare delle città di Bergamo e Venezia e la loro sequela incoraggiò veri e propri flussi migratori di una manovalanza apprezzata e tenace che, quasi a provocazione degli scarni compensi delle fatiche quotidiane, generò il mito di Arlecchino, capace di servire contemporaneamente anche due padroni, e perché no, corteggiar mai sazio Rosaura e Colombina.

 

La casa di Arlecchino di San Giovanni Bianco - Valle Brembana

 

Forse anche in questo lontano retaggio trova conferma la tradizione che proprio qui, nella contrada di Oneta, porta a scoprire la Casa di Arlecchino, ora museo della maschera più amata della Commedia dell’Arte.

Non solo ancorati alla tradizione, rivivono i natali anche di grandi pittori, quali il Cariani (‘500), il Ceresa (‘600) e, più tardi il Gozzi e lo Steffani.

Risale alla fine del ‘400 l’evento che ha segnato tutta la storia religiosa della comunità, chiamata a custodire l’insigne reliquia di una spina delle Corona di Cristo. Con altri preziosi, poi consegnati alla Serenissima in cambio di un cospicuo vitalizio, ne venne in possesso, come bottino di guerra depredato alle truppe del Re di Francia Carlo VII, il sangiovannese Vistallo Zignoni, che se ne avvalse come salvacondotto di precedenti condanne penali.

 

La Sacra Spina fu da allora al centro della devozione popolare, soprattutto in occasione di prodigiose fioriture, il cui esito fu peraltro avvalorato dalla constatazione personale dello stesso cardinal Roncalli, eletto poi Papa Giovanni XXIII.

La reliquia della Sacra Spina