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Gruppo di lettura - Legginsieme
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GRUPPO DI LETTURA DI CLUSONE
Incontro di mercoledì 4 dicembre 2024
L’ARIA INNOCENTE DELL'ESTATE di Melissa Harrison
Nell’Inghilterra dei primi anni ’30 la quattordicenne Edith vive con la famiglia in una fattoria. La vita di campagna è molto dura, aggravata dalla povertà, figlia della depressione e della grande Guerra. La giovane protagonista ,descritta come una strana bambina, , si sente diversa da tutto ciò che la circonda e predilige la compagnia dei libri ai giochi con i coetanei. La vita è scandita dai ritmi delle stagioni , dalla bellezza della natura che trasmette rassicurazione. A turbare la quieta del paese giunge da Londra una giornalista incaricata di raccogliere testimonianze dirette , al fine di conservare le tradizioni contadine ,ma con il preciso scopo di introdurre idee politiche che si riveleranno insidiose.
Questa, viene rilevato, è una storia a ritmo lento, ricca di molteplici sfumature e complessità. E’ la rievocazione di un mondo perduto, con le sue bellezze e con le sue superstizioni. E’ l’esaltazione della bellezza della natura con dettagliate descrizioni del paesaggio, a volte fin troppo enfatizzate. Il testo solleva problemi molto delicati di ordine sociale famigliare, politico. In particolare emerge dalla discussione l’analisi della società contadina del tempo, classista arcaica, patriarcale. Viene anche sottolineato come, nei giovani inizia un processo di rinnovamento, di speranza, di voglia di cambiare lo status quo. Tutte problematiche importanti che però restano in sospeso, slegate fra loro. Il finale sconcerta e addolora. In generale il libro è stato in parte apprezzato, in parte ritenuto discontinuo, non ha soddisfatto completamente.
II prossimo incontro sarà il 29 gennaio 2025 con il libro EMMA, di Jane Austen.
Incontro di mercoledì 30 ottobre 2024
RINASCIMENTO PRIVATO – MARIA BELLONCI
Maria Bellonci racconta la storia di Isabella d’Este (1474-1539), che ormai quasi sessantenne, ricorda la propria vita da quando, giovane sposa di Francesco Gonzaga, divenne marchesa di Mantova in un periodo burrascoso ma ricco di cultura, il Rinascimento italiano.
Donna straordinaria, autorevole, generosa, resse a lungo il governo del suo piccolo ducato. L’Italia di allora, divisa in tanti piccoli regni, ducati, Papato, era terra di conquista di tutte le nazioni grandi dell’epoca. Sparivano le libertà italiane ed arrivavano nuovi invasori.
Isabella dimostrò lungimiranza, capacità politica, in un mondo di uomini d’arme, e diplomatica, fingendo che fossero gli uomini ad esercitare il potere. Spesso sacrificando i suoi sentimenti personali alla ragion di stato.
Inventò mode nell’abbigliamento e nelle acconciature per essere ammirata, circondata in questo da belle fanciulle che utilizzò per carpire considerazioni e segreti nelle alcove.
Dimostrò una straordinaria vita interiore ed una profonda cultura, grazie anche all’educazione ricevuta dal padre Ercole. Purtroppo, non fece lo stesso con le proprie figlie, prediligendo sempre i figli maschi, perché questi avrebbero avuto accesso al potere.
Nel romanzo sono presenti tutti i maggiori personaggi del suo tempo, da Michelangelo a Pico della Mirandola ad Erasmo da Rotterdam. Ma a far da sfondo alle sue riflessioni è Robert De La Pole, personaggio inventato, edotto sui fatti principali dell’Inghilterra e del Papato, e innamorato platonico di Isabella. E’attraverso la sua corrispondenza, mai contraccambiata, che Isabella, ed anche noi lettori, veniamo a conoscenza degli avvenimenti e degli intrighi delle corti e del clero.
Ci sono piaciute molto le descrizioni accurate di ambienti, abiti, gioielli anche se alcune di noi le hanno trovate, in alcune occasioni, un po’ troppo dettagliate e puntigliose.
Intrigante il linguaggio usato dalla scrittrice, moderno ma con una patina d’antico.
Mi vergogno a ricordare per quali cause, frivole o turpi, gli uomini spingono il mondo alla guerra. Quale furia ha potuto insinuare un tale veleno in animi cristiani? Vedeteli prepararsi ad aggredire i fratelli con armi infernali che porteranno solo eccidi, sangue e morte...
...Si invoca la pace a gran voce, mentre si apprestano strumenti di morte.
Prossimo incontro mercoledì 4 dicembre in biblioteca.
Libro scelto: L'ARIA INNOCENTE DELL'ESTATE di MELISSA HARRISON
Incontro di mercoledì 25 settembre 2024
LA FAMIGLIA MANZONI – NATALIA GINZBURG
Questo libro ripercorre la storia, sul piano storico-psicologico, della famiglia Manzoni dalla seconda metà del ‘700 a tutto l’800.
Lo fa con documenti e un vasto carteggio di lettere, il metodo usato all’epoca per comunicare e tenersi in contatto.
Racconta di un ceto sociale alto, spesso di nobili e intellettuali culturalmente impegnati, in contatto con l'intellighenzia europea dell'epoca.
Natalia Ginzburg sente profondamente la problematica familiare
Manzoni è una persona tormentata, non ha mai avuto una figura paterna e ha conosciuto la madre, Giulia Beccaria (figlia di Cesare Beccaria) già da adulto. E’ balbuziente, soffre di malesseri, mancamenti, nevrosi, che lo rendono insicuro e incapace di uscire da casa da solo.
Si converte al cattolicesimo e la disciplina imposta dalla chiesa a tutta la famiglia sarà durissima.
La madre sceglie per lui la futura moglie, la docile e fragile Enrichetta Blondel, che gli darà 12 figli, dei quali ne sopravvivranno 9:
3 maschi, Pietro che diventerà il suo sostegno per tutta la vita e che morirà poco tempo prima di lui – Enrico che sperpererà anche il patrimonio della moglie e Filippo che non si integrerà mai nella società)
6 femmine, che moriranno giovani, probabilmente di tisi, tranne Vittoria, cresciuta in un collegio per molti anni.
Manzoni sposerà in seconde nozze Teresa Borri Stampa, una donna indisponente, dispotica, non affettiva. Tuttavia con Stefano, il figlio del primo marito, Manzoni avrà un rapporto migliore che con i propri figli, sentendolo più figlio, libero, benestante, non assillante, dei propri.
Per contro, la vita per la famiglia diventerà sempre più difficile economicamente a causa di spese sbagliate (la tipografia per stampare le dispense illustrate di Promessi Sposi rivelatasi un fallimento), mancanza di entrate (all’epoca non esistevano i diritti d’autore), molte spese per le malattie delle figlie e i debiti dei figli Enrico e Filippo, che sosterrà per tutta la vita.
Colpisce la medicina dell’epoca, pur se riferita ad un ambiente socialmente elevato: comprensibile la pochezza dei rimedi ma orribile la disinvoltura con cui erano prescritti ed eseguiti i salassi. Le lettere straripano di malanni, malattie mortali e morti cui Manzoni sopravvisse rimuovendo il dolore con la sua attività letteraria.
Qualcuna di noi ha rilevato che nel secolo di grandi trasformazioni storiche, soprattutto per l’Italia (guerre d’indipendenza, Roma capitale) e di grande importanza per l’opera lirica italiana (Verdi, il Teatro alla Scala), dalle lettere traspare poco o niente. Come pure poco traspare, dalle numerose lettere, com’erano le relazioni sociali, gli incontri, i pranzi, i compleanni.
Tuttavia abbiamo apprezzato come Natalia Ginzburg abbia saputo integrare le lettere dei vari familiari in un racconto scorrevole, forse qualche volta un po’ complicato dai numerosi nomi ed avvenimenti.
Nel 1823, Manzoni scrive al suo amico francese Fauriel del romanzo che ha in cuore di scrivere
“ho cercato di conoscere con esattezza, e dipingere con sincerità d’epoca il paese in cui ho situato la mia storia, …il materiale è ricco
Ho concepito là dentro dei contadini, dei nobili, dei frati, delle monache, dei preti, dei magistrati, dei dotti, la guerra, la carestia ….”
Prossimo incontro mercoledì 23 ottobre 2024 h. 10 in biblioteca
Libro scelto RINASCIMENTO PRIVATO di Maria Bellonci
Incontro di mercoledì 31 luglio 2024
IL TRENO DEI BAMBINI – VIOLA ARDONE
Appena finita la Seconda guerra mondiale, l’Udi, Unione donne italiane, mise in campo una grande iniziativa di solidarietà per salvare i bambini del Sud dalla povertà e dalla fame a seguito del conflitto. Famiglie del Centro-nord, in particolare della Romagna, accolsero questi bambini. Famiglie spesso a loro volta povere ma disposte ad ospitarli per qualche mese e dividere con loro quello che avevano.
Un’iniziativa, per altro, osteggiata dalla Chiesa, timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva <<se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno>>.
Ed è qui che inizia la storia di Amerigo, della sua mamma e di altri personaggi di una Napoli stremata dalla guerra, fra indigenza economica e precarietà affettiva. Donne, soprattutto, sole, anche con figli, senza un compagno, prese dalla fatica del sopravvivere, alle quali viene a mancare qualsiasi comunicazione con i figli, che lasciano in balia delle loro fantasie, per lo più paurose, riguardo al proprio futuro.
Nella famiglia che lo accoglie, Amerigo scopre un altro modo di vivere gli affetti, dove i bambini sono più liberi, ascoltati e compresi. E scopre la passione per la musica e il violino, la perdita del quale, vittima della miseria ritrovata a casa, provoca un dolore talmente profondo da trasformarsi in un atto di ribellione che gli permetterà di cambiare la propria vita.
Questo episodio segnerà una rottura insanabile con la madre, pur mantenendo il suo affetto per lei.
Solo al suo ritorno da adulto scoprirà tutto l’amore che la madre non ha saputo fargli capire da viva, ma che è sempre stato presente. Una donna forte, orgogliosa che ha accettato di mandarlo presso un’altra famiglia per il suo bene, ma che poi, proprio per orgoglio, ha voluto quasi cancellare quest’esperienza, facendo credere ad Amerigo di essere stato dimenticato dalla sua famiglia ospitante.
Tuttavia, la preoccupazione di sfamarlo al meglio delle sue possibilità l’ha portata a compiere un’azione per la quale ha passato poi la vita a rimediare.
Non sappiamo, tuttavia, cosa sia avvenuto invece della vita di Amerigo adulto se non che la passione per la musica è stata forte, è durata e ne ha fatto un talentuoso professionista.
Ed è qui che il finale ci è sembrato un po’ affrettato. Ci è dispiaciuto non sapere di più dell’Amerigo bambino generoso, altruista e un po’ saputello diventato un uomo distante e poco comunicativo, che tarderà a reagire all’affetto del nipotino. Inoltre, ad alcune di noi, almeno in un episodio, la scrittura è sembrata un po’ “sdolcinata”, con buoni sentimenti e buone azioni artificiosamente espressi.
Mia mamma avanti e io appresso. Per dentro ai vicoli dei Quartieri spagnoli mia mamma cammina veloce: ogni passo suo, due miei. Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio. Io scarpe mie non ne ho avute mai, porto quelle degli altri e mi fanno sempre male.
Prossimo incontro mercoledì 25 settembre 2024 h. 10 in biblioteca
Libro scelto LA FAMIGLIA MANZONI di NATALIA GINZBURG
Incontro di mercoledì 8 maggio 2024
BOURNVILLE – JONATHAN COE
Lo scrittore racconta in questo libro le sue considerazioni, il suo amore/odio verso i suoi concittadini inglesi, descrivendone il carattere, il comportamento e i difetti, partendo da una famiglia appartenente alla lower middle class, che abita a Bournville, un sobborgo di Birmingham.
E lo fa seguendo tappe storiche – la fine della seconda guerra mondiale, l’incoronazione di Elisabetta II, la vittoria dell’Inghilterra ai mondiali di calcio degli anni ’60, l’investitura di Carlo a principe del Galles, il matrimonio di Carlo con Diana Spencer, il funerale di Diana e il 75° anniversario della vittoria degli inglesi nella seconda guerra mondiale, nel maggio 2020, in piena emergenza Covid.
Questi eventi mostreranno un forte attaccamento alla famiglia reale (Geoffrey, marito rigido, convenzionale e poco comunicativo di Mary, piange solo per la morte di Diana) - un risentimento antitedesco in occasione della partita dei mondiali contro la Germania, quindi un razzismo latente che si esplicherà nella distanza mantenuta da alcuni componenti della famiglia nei confronti di Bridget, nuora di colore - dissidi ancora non risolti fra inglesi e gallesi - ed infine una critica all’attuale situazione e al Premier Boris Johnson, appartenente alla upper class inglese.
Curiosa, e forse a noi poco conosciuta, è stata la descrizione del lungo conflitto che si è svolto tra gli industriali inglesi, produttori di cioccolato e le istituzioni del parlamento europeo sulla denominazione da apporre ai diversi prodotti a base di cacao che ci ha portato a una considerazione: se non si riesce a mettersi d’accordo sul “cioccolato inglese”, che ne sarà dei problemi più importanti?
Il personaggio più presente, attraverso il quale seguiamo le vicende, è Mary, una donna dinamica, musicista che tuttavia ha scelto di sposare il conservatore Geoffrey. Si lascerà per anni scivolare addosso i problemi di famiglia ma l’età produrrà anche in lei dei cambiamenti, arrivando a domandarsi se la sua vita non sarebbe stata diversa se avesse sposato il giornalista Kenneth. E soprattutto, riuscendo con serenità ad ascoltare Peter, uno dei suoi tre figli, confidarle la sua omosessualità.
Il Covid, con il quale il libro inizia e finisce, spezza gli affetti e le relazioni. Mary, ormai molto anziana e malata, muore sola in piena emergenza Covid, perché è impedito ai figli di poter esserle fisicamente presenti.
Interessante l’aver collegato con un filo Mary, che ancora giovane, scopa l’esterno della sua casa mentre si gode quel quarto d’ora di silenzio prima della ricreazione dei bambini della scuola vicina, e l’ultima proprietaria della casa che fa e pensa la stessa cosa. Passato presente futuro.
La maggior parte di noi ha trovato poco interessante e coinvolgente buona parte del libro. Molti rimandi fra passato e presente, personaggi che arrivano e poi spariscono. Forse proprio il Covid ha influenzato la stesura delle parti, risultando un po’ scollegata. Migliora, tuttavia, nella parte finale quando entrano maggiormente in campo (per restare in tema calcistico, molto caro agli inglesi) i sentimenti e le emozioni, che rendono i personaggi più vivi e attuali.
Era come il mormorio di un fiume, come il rumore dell’onda di mare, un contrappunto distante al fruscio della sua scopa sui gradini, una voce eterea che le sussurrava più e più volte all’orecchio, simile a un mantra: “Tutto cambia e tutto resta uguale”.
Prossimo incontro mercoledì 12 giugno 2024 h.10 in biblioteca. Il libro: OGNI GIORNO E' UN BUON GIORNO di NORIKO MORISHITA
Incontro di mercoledì 10 aprile 2024
L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY – D.H. LAWRENCE
Il libro si apre sulla vita sicura, prevedibile, persino noiosa di Constance, Connie, di famiglia riccamente borghese, e di suo marito Sir Clifford, aristocratico, ritornato paralizzato dalla Prima Guerra mondiale.
Connie è una donna intelligente, che sembra accettare la situazione, aperta anche alla sessualità. Tuttavia, quando si rende conto della vacuità che sempre più la circonda, diventa insofferente ed infelice.
Il marito, d’altro canto, appare ripiegato su sé stesso, freddo nei sentimenti ma conscio dei propri privilegi. Si ritiene un benefattore nei confronti dei suoi minatori, perché li aiuta “a riempire le pance” non dando loro credito di essere lui a vivere del loro lavoro. Arriva addirittura a proporre a Connie di avere un figlio con un altro uomo, da crescere come loro perché ereditasse nome e possedimenti.
Proprio questa idea di maternità produce un cambiamento in Connie. La costringe a scavare profondamente nelle proprie emozioni, nel suo mondo interiore privato.
E qui entra in scena il guardiacaccia Mellors. Partito dal paese di minatori per fare il soldato, dopo un’esperienza matrimoniale infelice, ha vissuto nell’esercito all’estero, si è elevato nei modi e nei pensieri e, una volta concluso il periodo nell’esercito, è ritornato in paese per vivere una vita solitaria e chiusa ad altre esperienze amorose. E’ un uomo malinconico, che si è trovato meglio nell’avere a che fare con gli uomini, il suo comandante in primis, che con le donne. Beffardo, sa parlare un inglese perfetto ma usa, per spregio, il dialetto del popolo. Tuttavia, incontra Connie e deve rimettersi in gioco. Aiuta Connie a scoprire la sessualità ed è aiutato a sua volta ad aprirsi nuovamente ai sentimenti. Vive molto la differenza sociale e tenta di frenare gli slanci di Connie a costruirsi una vita insieme.
Molto belle nel libro sono le descrizioni della natura inglese. Sguardi ammirati su boschi, sentieri, fioriture, … persino sui fiori bianchi dell’elleboro invernale …
Scritto nel 1928, messo poi al bando, questo libro venne pubblicato nel 1960.
Venne censurato per vari motivi. Per le scene di sesso, sicuramente, ma soprattutto per le considerazioni riguardo alla differenza di consapevolezza sessuale fra uomini e donne, alla sessualità/affettività degli uomini, mai esplorata ed affrontata come invece è stato fatto dalle donne.
In effetti, il libro dà un interessante scorcio della vita sociale, altro motivo per cui venne censurato. C’è una chiara condanna del sistema industriale e della vita dei ceti poveri, aggravata dalla crisi del carbone.
Quindi sesso, intrecciato ai rapporti di classe. Disturbante per la moralità dell’epoca.
Lo abbiamo trovato coinvolgente ed interessante. Persino attuale riletto ai giorni nostri. Qualcuna ha pensato che Lawrence abbia forse un po’ ecceduto nella descrizione delle scene sessuali ma, dovendo colpire la morale e la società, riteniamo abbia scelto il sesso per l’affondo.
Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s’è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze.
… Tale, più o meno, era la situazione di Constance Chatterley. La guerra le aveva fatto crollare il cielo in testa …
Incontro di mercoledì 29 febbraio 2024
LE TRE GHINEE – VIRGINIA WOOLF
In questo libro, scritto poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Virginia Woolf utilizza un’idea originale per descrivere le sue opinioni al riguardo, rispondendo a tre ipotetiche lettere che chiedono il suo contributo per tre cause: come scongiurare la guerra imminente, l’istruzione e la professionalità femminile.
La sua analisi si basa sulle condizioni di vita delle figlie degli uomini colti, la classe sociale a cui appartiene, dalla quale emergono i pregiudizi sulla donna meno dotata di talento e capacità dell’uomo, gli impedimenti ad accedere ai luoghi di formazione e istruzione più prestigiosi, la disparità di investimento finanziario fra i figli maschi e le figlie femmine, il divieto per una donna nubile di ricevere compensi in denaro utilizzando le limitate competenze acquisite con il livello di istruzione che le era concesso.
Virginia Woolf parte da sé, dal suo stabilire una connessione fra la condizione vissuta dalle donne in ambito familiare e quella vissuta nell’ambito delle istituzioni sociali. per affermare che il personale è politico. Da questo pensiero nasce una svolta delle riflessioni delle donne e sarà il pensiero guida del secondo femminismo del Novecento.
La Woolf insiste molto sulla cultura e sull’istruzione, poiché ritiene che attraverso l’istruzione e il lavoro, la donna può sviluppare ed acquisire spirito critico e quel cammino di emancipazione da una società patriarcale che la vuole solo moglie, madre, figlia fino alla consapevolezza del proprio valore e posizione nella società.
Tuttavia, abbiamo trovato l’esposizione di questi concetti un po’noiosa e ripetitiva, basata su eventi, articoli e personaggi inglesi a lei contemporanei ma a noi pressocché sconosciuti; il che ha comportato un gran lavoro di collegamento fra questi contenuti e il senso delle risposte date dalla scrittrice alle tre lettere.
Inoltre, il suo modo circolare di esprimere le considerazioni sulla condizione della donna di cent’anni fa ha reso lenta ed impegnativa la lettura ed alcune di noi sono arrivate a fatica all’ultima pagina.
Sulle conclusioni, poi, abbiamo qualche difficoltà ad essere ottimiste. Le donne hanno fatto grandi passi avanti, ma ancora non vediamo decisi valori che si basino sul principio di collaborazione solidale, sul limite di accumulazione personale delle ricchezze e su di una formazione scolastica adeguata e critica.
Alle nuove generazioni il portare avanti questi valori.
Prossimo incontro mercoledì 10.4.2024 h. 10 – L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY di D.H.Lawrence
Incontro di mercoledì 17 gennaio 2024
IL ROSMARINO NON CAPISCE L ‘INVERNO, DI MATTEO BUSSOLA
Bussola racconta di donne che affrontano la quotidianità, fatta di ostacoli gioie e dolori. Un libro commovente, storie di donne legate, attraverso un fil rouge, ognuna con le proprie battaglie,e solo alla fine ne capisci il senso. Un romanzo corale che narra le diverse esperienze, spesso drammatiche e dolorose, con delicatezza e sensibilità.
La discussione porta il gruppo a varie valutazioni. Il contenuto dei vari racconti, legati fra loro in tutto o in parte , è giudicato in generale di per sé interessante, ma essendo così brevi rimangono storie abbozzate, un po’ incompiute. Apprezzata la sensibilità dell’autore che cerca di immedesimarsi, di capire e di esprimere i comportamenti e i sentimenti in versione femminile. Forse non sempre ci riesce. Difficile per un uomo raccontare di donne, cercando di esprimere il loro io intimo. Piaciuto, non a tutte.
Il prossimo incontro è fissato per il 28/02/2024 ore 10 Biblioteca.
Si legge: Le tre ghinee, di Virginia Woolf
Incontro di mercoledì 8 novembre 2023
IL BUIO OLTRE LA SIEPE – Harper Lee
1935 – In una cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti, una ragazza bianca accusa di stupro un ragazzo nero. La sua difesa viene affidata all’avvocato Atticus Finch, vedovo, con due bambini, Scout e Jem. Ed è proprio attraverso gli occhi della bambina, Scout, che viene narrata la vicenda. La società dell’epoca è razzista. Il ragazzo nero non può nulla contro l’accusa che gli viene mossa, anche se a farla è una famiglia di straccioni bianchi. Però il giudice gli garantisce la miglior difesa possibile, Atticus - perché ogni persona, dentro di sé, è in grado di pensare e riconoscere che siamo tutti compagni nel percorso della vita.
Tanti i temi presenti –
oltre al razzismo, anche l’intolleranza verso il diverso (non sono come gli altri, non vanno in chiesa, non socializzano) e il ruolo dei genitori (fondamentale che la loro presenza dia l’esempio senza soffocare)per i quali Barack Obama lo aveva riproposto come lettura nelle scuole.
Tanti i personaggi –
Atticus è un padre burbero ma affettuoso, raro che dica “non ho tempo”. Il figlio, Jem, assimila il suo comportamento onesto e rispettoso verso gli altri. Dopo il processo, Jem è addolorato per il giudizio, ma il padre lo esorta a non preoccuparsi perché troverà in futuro altre situazioni simili. Dovrà riflettere e agire secondo la propria coscienza.Scout, la piccola di casa, è una bambina che viene cresciuta libera di esprimersi, pur dentro le regole di cultura ed educazione della società dell’epoca.
Calpurnia, la governante, che è un po’ la mamma di tutti, fa sentire “casa” ai bambini. Lo sceriffo Tate, realistico, è capace di piegare la legge per un buon fine, contrapposto al giusto, idealista ma intransigente Atticus.
La signora Dubois è la pettegola del paese e discrimina le persone.Infine Boo, il ragazzo misterioso, goffo ma gentile che fa da sfondo alla storia.Sembra che ognuno sia chiuso nella propria casa ma esiste una coralità nella strada. Tuttavia, si è espressa qualche critica: lettura faticosa, eccessivo paternalismo, fastidio per come i personaggi siano troppo divisi fra buoni e cattivi – il padre, anche se spesso assente, ama ed educa i figli, ma sembra troppo perfetto, ben inserito nella società in cui vive, favorevole alla pena di morte. Altro limite: attraverso gli occhi di una bambina, la vicenda appare come un susseguirsi di “foto”, se ne coglie solo dei pezzi.
La principale (ragione) è che se non lo facessi, non potrei più andare in giro a testa alta….…Ci hanno sconfitto cent’anni prima che cominciassimo, ma questa non è una buona ragione per non insistere a tentare di vincere ….. (Atticus)
Riunione mercoledì 27 settembre 2023
ANNA KARENINA – Leone Tolstoj
Anna Karenina è una giovane donna aristocratica, sposata ad un uomo freddo e meschino che non ama, ma rassegnata a seguire le convenienze sociali, fino al momento in cui incontra Vronskij, un brillante ufficiale che accende in lei il desiderio di vivere una vita diversa, piena di amore e passione, per il quale abbandona il marito e l’amato figlio piccolo.
Tuttavia, intrappolata in una rete di regole morali aristocratiche che non può più né rispettare né violare senza perdere se stessa e consapevole che Vronskij non riesce nella sua mediocrità a cogliere la complessità della sua anima e della sua pena, Anna sceglie un tragico oblio.
Questo romanzo presenta descrizioni stupende dei personaggi, in un contesto culturale che abbraccia la complessa società dell’epoca che Tolstoj descrive con profondità. Da una parte la decadente aristocrazia russa, ben rappresentata dal marito di Anna e dalle persone/ambienti in cui si muove. Dall’altra la vita semplice, apparentemente spensierata dei contadini che sanno assaporare la gioia della fine di una giornata faticosa.
A fare da ponte fra questi due mondi, Levin, che fa parte dell’aristocrazia terriera ma cerca una via fra la sua vita sociale e la vita secondo natura a cui tende, per trovare un senso al suo vivere.
Levin e la moglie Kitty rappresentano l’altra coppia parallela importante del romanzo. Nei primi mesi del loro matrimonio, nonostante si siano sposati per amore, si scontrano sulla loro acerba convivenza e faticano ad adattarsi alle reciproche abitudini.
Seguendo la vicenda di Kitty abbiamo notato come, benchè Tolstoj reputi importante l’istruzione femminile perché dalla sua “insufficienza” deriva la mancanza dei diritti delle donne, consideri comunque “perniciosa” la questione femminile e non troppo favorevole l’apertura di corsi e università femminili.
Secondo la nostra opinione, anche Anna non viene descritta con troppa benevolenza da Tolstoj. Lascia l’amato figlio al marito per seguire Vronskij. Non riesce ad amare la bambina avuta dal suo amante e l’abbandona al marito. Quindi manca come madre e resta chiusa nella sua passione. Il suo personaggio rompe gli schemi sociali e morali dell’epoca ma, alla fine, subisce il giudizio di Tolstoj, che crede in una visione utopistica di innovamento, ma relega le donne in una posizione subalterna. Persino Kitty, maturata nel corso della storia e consapevole del rispetto del marito, e del forte sentimento che li lega, infine, accetta di seguire anche lei le regole della società in cui si troverà a vivere.
Il treno percorre tutto il romanzo.
La storia si apre in una stazione.
Un uomo muore travolto dal treno in arrivo. Anna è presente e coglie un cattivo presagio.
Si chiude tragicamente in un’altra stazione.
Vronskij espia la sua colpa partendo per la guerra “col primo treno della notte”.
Il treno come percorso di vita. E gioco della sorte, Tolstoj, dopo un litigio in famiglia, scappò da casa, prese un treno e morì in una stazione ferroviaria.
... Tutto questo mondo è in fin dei conti una piccola muffa che è spuntata su di un piccolo pianeta...
Prossimo incontro mercoledì 8 novembre 2023 – IL BUIO OLTRE LA SIEPE di Harper Lee
Incontri di martedì 27 giugno 2023
NOI CHE SIAMO QUI ADESSO di Jostein Gardner
Gardner, nonno, scrive una lettera ai suoi sei nipoti, cercando di trasmettere loro le sue esperienze ed intuizioni: vivere la vita è un privilegio che ognuno di noi deve tutelare.
Scopre presto, da ragazzo, di sentirsi tutt’uno con la natura e quanto sia fortunato a vivere qui e adesso, su questa Terra che altri hanno abitato prima ed hanno rispettato. Nostro compito, ora anche dei suoi nipoti, è continuare a rispettare quel puntino blu, visto dagli astronauti nello spazio, che ha sovrastato nelle loro emozioni la volta celeste illuminata dalle stelle.
Ci sono voluti miliardi di anni perché si creassero le molecole della vita, perché si formassero quelle materie prime che noi in poco tempo abbiamo sfruttato sconsideratamente.
Le parole e i pensieri rivolti ai nipoti sono un atto di speranza per le generazioni future, perché comprendano che prendendosi cura della loro terra, si prendono cura di sé stessi e dell’esistenza di tutti.
Secondo la nostra opinione, le considerazioni di Gardner sono le stesse che sentiamo sempre più spesso, perché l’argomento è attuale e pressante. Tuttavia, mentre alcune di noi hanno apprezzato il taglio filosofico del libro che pone tante domande sul senso della vita e del nostro posto su questa Terra, altre non lo hanno trovato particolarmente innovativo, poiché queste stesse domande, dibattute più volte in diversi ambienti e contesti, non forniscono spunti nuovi di riflessione.
Proprio per queste nostre posizioni in antitesi fra di loro, il libro di Gardner offre sicuramente una buona base per considerazioni e discussioni.
Universo
Viviamo appena il soffio di cent’anni,
ma siamo vecchi miliardi di anni
Ci affacciamo con un vagito,
inconsapevoli del boato di un’evoluzione
materna.
Siamo ricicli dell’Universo.
Spazzatura di stelle
Groviglio di atomi
Che vagano da eoni nello spazio infinito
Temporanei esseri
Destinati a rivivere in esseri temporanei,
Effimera esistenza, di fugaci infiniti.
Siamo neve, comete, pioggia, sole,
Come nuvole cosmiche ci dileguiamo
Per riapparire in un mondo fluttuante.
Particelle di noi, di te, di loro.
Granelli di cose, ma briciole di esistenza.
…… Piergiorgio Pescali
Prossimo incontro mercoledì 27.9.2023 h.10 in biblioteca - ANNA KARENINA Lev Tolstoj
Incontro di lunedì 8 maggio 2023
L’APPETITO DELL’IMPERATORE – Franco Cardini
Questo libro propone una serie di racconti con protagonisti personaggi storici (da un impensabile san Francesco, santo ma goloso a Marco Polo, Honoré de Balzac, Amadeus Mozart per citarne alcuni) visti in un particolare momento della loro esistenza (ad esempio, Ho Chi Minh, rifugiato politico, cameriere e cuoco all’Antica trattoria della pesa a Milano) collegato ad una o più ricette conosciute al loro tempo e altrettanto protagoniste della storia.
Ogni racconto prende in considerazione un periodo ed un luogo storico sempre diverso con episodi curiosi, divertenti e in qualche caso poco conosciuti. Per ciascun racconto vengono riportate le fonti, dalle quali la storia è stata tratta, e la ricetta o le ricette proposte, che Cardini afferma aver provato di persona.
I nostri pareri sono un po’ controversi.
Qualcuna ha apprezzato il fatto che i racconti presentano molti spunti per approfondire argomenti e conoscenze storiche.
Abbiamo tutte trovato interessanti gli “intermezzi” sul caffè, le castagne e i tartufi.
Tuttavia ci è sembrato un libro un po’ incompiuto, né storia, né puro racconto. Ben scritto, semplice nell’esposizione ma spesso privo di calore e di colore.
“ Mentre stava per uscire dalla biblioteca si fermò un istante e si voltò verso il caporale: <<Davvero bravo. Chi ti ha insegnato?>>
<<Mia madre, sire; e poi la fame; e, da ultimo, la miseria.>>
<<Tre maestre eccellenti>> commentò l’Imperatore. E uscì dalla sala con il passo di una volta, quello che tutti conoscevano. “
Da L’Appetito dell’Imperatore, racconto che dà il titolo al libro, protagonista l’imperatore, Napoleone Bonaparte
Prossimo incontro martedì 6 giugno 2023 h.15 Parco Res, tempo permettendo, oppure mercoledì 7 giugno 2023 h.10 in biblioteca
Incontro di lunedì 27 marzo 2023
LA SORELLA DI MOZART – RITA CHARBONNIER
Maria Anna Mozart, detta Nannerl, è la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart. E’ una bravissima musicista e compositrice. Per anni il padre dispotico li ha fatti esibire insieme, salvo poi preferirle il fratello, promuovendo la sua musica e le sue incredibili doti musicali presso le Corti d’Europa. Nannerl deve rimanere a casa, dando lezioni di piano per sostenere la carriera del fratello. La sua carriera, per contro, viene stroncata. Amareggiata, rinuncia alla musica, finendo per fare del male a sé stessa. Intraprende una relazione amorosa, più di intenti che non di affetti. Riesce tuttavia a riscattare questa sua vita arida sposando un gentiluomo che riesce a darle affetto e considerazione, e finendo col riappacificarsi con la figura del fratello, cercando di raccoglierne tutti i manoscritti.
Si tratta di una biografia romanzata. Di Anna Maria Mozart non è rimasta alcuna composizione musicale. Poche anche le notizie della sua vita privata. Sposò il Barone von Berchtold zu Sonnenburg, ebbe tre figli ed è sepolta nell’Abbazia di San Pietro a Salisburgo.
Nel racconto, Mozart appare insolente, persino volgare. Invidioso della sorella. Il padre è tirannico e interessato solo alle risorse della famiglia. La madre sostiene apparentemente la figlia ma la posizione della donna nella famiglia, di sottomissione e pacificazione, da lei passivamente accettata, non la porta ad imporsi.
Nel suo insieme, questo romanzo si basa su fatti storici ma la storia è soprattutto un’opera di immaginazione, che però non ci ha convinto del tutto. Abbiamo trovato piuttosto banale la trama e stereotipati i personaggi. Per alcune di noi si è trattato di una lettura tediosa.
Dalla prima pagina del libro:
<< Il compito fondamentale di ogni donna è compiacere l’uomo: essergli utile, amarlo e stimarlo, educarlo quando è piccolo e prendersene cura quando è adulto, dargli consigli, consolarlo, rendere la sua vita facile e gradevole. Questi sono i doveri delle donne, e questo è quanto esse dovrebbero apprendere, fin dalla prima infanzia.
Jean-Jacques Rousseau >>
Incontro di mercoledì 15 febbraio 2023
PIMPI’ OSELI’ - Elena Gianini Belotti
Siamo negli anni 1935-38, cupi per un’Italia sotto il regime fascista e pieni di miseria soprattutto nella bergamasca dove si svolge la vicenda, vista attraverso gli occhi di una bambina osservatrice e intelligente, Cecilia.
A Roma il padre ha perso il lavoro e la madre si trova costretta a riprendere il lavoro di maestra, che però può svolgere solo nella provincia dove ha conseguito il diploma. Ritorna quindi con i bambini nello stesso paese della bergamasca dove è nata e vi ritrova lo stesso ambiente duro e gretto dal quale si era allontanata con il matrimonio. Povertà, analfabetismo diffuso, cultura dominante patriarcale e retrograda basata sui privilegi dei pochi e la miseria dei molti. Chiesa repressiva, per la quale la donna viene vista come colei che porta gli uomini al peccato. Metodi correttivi consigliati dal medico condotto a suon di vergate e intransigenza che si rivoltano contro la sua stessa famiglia.
Cecilia, con la sua sensibilità ed acutezza, riesce a far prevalere il suo pensiero e la sua ragione nei confronti di eventi crudeli, anche nel suo ambito famigliare, e di esternazioni incomprensibili da parte degli adulti (fa sorridere il suo “… anche la mamma ha perso due bambini. Ma come si fa a perdere dei bambini? E poi, perché non li ha più cercati? Dove sono finiti?...). Affronta con coraggio la mancanza d’amore che la circonda, la durezza dei continui rimproveri e dei violenti, immotivati scatti d’ira della madre, rimasta prigioniera di un matrimonio subito (“Cosa poteva fare una donna se non sposarsi?”), dopo la morte del fidanzato nella Grande Guerra. Matrimonio subito anche dalla sorella, culturalmente e socialmente meno fortunata di lei, incapace di amare e difendere i figli da un padre padrone.
La retorica fascista entra nelle aule scolastiche con l’agenda delle conquiste africane visualizzata dalle bandierine sulla carta geografica, dall’uniforme militare e dal sadismo del maestro Bertocchi nei confronti di bambini già provati dalla dura vita delle montagne.
A nostro giudizio, è un libro da leggere per non dimenticare. Lascia un po’ di amarezza ma aiuta a capire quali passi sono stati fatti, e come da un contesto così misero sia, comunque, potuto nascere e crescere uno dei Papi più amati, Papa Giovanni XXIII.
Pimpì oselì / pa mol pa fresch / induina chi l’è / chesto ché
Prossimo incontro lunedì 27 marzo 2023 – h.10.00 – LA SORELLA DI MOZART – Rita Charbonnier
Riunione martedì 10 gennaio 2023
LA STORIA di Elsa Morante
In questo romanzo Elsa Morante mette in relazione la Storia con la storia dei suoi personaggi.
Ogni capitolo si apre infatti con la descrizione degli avvenimenti storici del periodo (dal 1941 al 1947 circa) a cui segue, per contrapposto, la storia comune e il luogo ristretto in cui si svolge l’azione dei personaggi.
Si apre con lo stupro di Ida Ramundo, un atto terribile compiuto da un giovane soldato nazista travolto dagli eventi, ed in cerca forse di un contatto umano, su di una donna inerme che lo subisce quasi trasognata.
Una donna già pesantemente sconvolta dal fatto di aver ereditato un po’ di sangue ebreo, che la tiene costantemente in uno stato di panico.
Il risultato di questo stupro è Useppe, un bambino innocente, gioioso, che cresce in un suo modo indipendente e attraverso il quale viviamo la maggior parte della Storia. Si aggira, pur così piccolo, in una Roma desolata in compagnia del suo cane, di cui sembra capire il linguaggio, e vive avventure straordinarie nella sua piccola vita.
Roma è ovunque presente nelle sue abitazioni provvisorie, nelle sue osterie, nelle sue macerie, tuttavia, è quando la guerra finisce che ci appare all’improvviso spopolata, sconfitta dalle tragedie che si susseguono nel finale quando si pensava che il peggio fosse passato.
E’ un libro difficile da affrontare, con lunghi tratti faticosi, come nel sogno finale dell’anarchico David, nel quale la Morante ha trasfuso il proprio pensiero anarchico ma, a nostro avviso, dilungandosi troppo a scapito di comprensione ed attenzione.
Doveva essere un libro alla portata di tutti (uscì da subito in edizione economica) ma, secondo noi, non è stato raggiunto questo scopo, poiché si avverte la fatica nell’esporre le cose e la difficoltà di andare avanti.
Da riportare che alle fortune commerciali di questo libro alla sua uscita nel ’74 si contrappose una pesante bocciatura dell’intellighenzia dell’epoca. Chi aveva rischiato la vita per donarci una Repubblica ed un mondo più giusto, probabilmente, non aveva gradito una tale tragica visione della Storia.
“Tutti i semi sono falliti eccettuato uno, che non so cosa sia, ma che probabilmente è un fiore e non un’erbaccia.”
…e la Storia continua…
Prossimo incontro mercoledì 15 febbraio 2023 h.10 – Pimpì Oselì di Elena Gianini Belotti
Riunione lunedì 28 novembre 2022
UNA QUESTIONE PRIVATA – Beppe Fenoglio
Il racconto è costruito su di un percorso interiore che intreccia la vicenda personale del protagonista Milton con la rete dei gruppi partigiani che resistevano ai fascisti riorganizzati nella repubblica di Salò. Forte della sua giovane età, butta tutto sé stesso nell’ideale ma, inesperto e fragile, si ritrova ad anteporre la sua ricerca privata alla lotta. Vengono qui contrapposti i due diversi schieramenti. Chi segue regole militari senza discutere (i repubblichini) e chi, invece, prende decisioni seguendo la necessità ma ascoltando il sentire di ciascuno.
La situazione politica, le vicende dei partigiani vengono presentate in maniera meno drammatica o angosciante rispetto ad altri libri sullo stesso argomento. Ma non per questo meno forte, come dimostrano l’episodio della rasatura della maestra totalmente succube della propaganda del ventennio e la fucilazione del ragazzo come ritorsione da parte della guarnigione fascista.
Fenoglio sceglie di non rappresentare la violenza. Anche quando viene ucciso il fascista prigioniero, in primo piano troviamo la disperazione di Milton che si vede sfuggire la possibilità di conoscere la verità sulla sua amata.
C’è, ed è molto ben riportata, la solidarietà della popolazione che, con più o meno timore, rifocilla e offre riparo ai partigiani, spartendo con loro il poco che c’è. La ricerca di Milton potrebbe essere vista come la ricerca di uno scopo e di un significato nella vita. Fulvia, la ragazza di cui si è innamorato, rappresenta sia il futuro dell’Italia, la ragione per cui combatte, che la sua vita prima della guerra, ancora incompiuta come la loro relazione. E’ un’immagine costruita nella sua mente (di lei sappiamo molto poco). Milton la crede legata ad un amico bello, ricco e coraggioso, anch’egli partigiano, che cerca disperatamente per conoscere la verità. Il suo bisogno di sapere cosa lega Fulvia all’amico è un bisogno vitale.
Nella sua fuga finale (è ferito gravemente, prossimo alla morte, oppure è anche questo tutto e solo nella mente?) Milton si ritrova sempre più immerso nel fango, in una nebulosità come metafora della vita di tutti noi.
Questo libro è risultato molto interessante per l’argomento trattato che ancora ci fa discutere. Bella scrittura e coinvolgente lettura. Tuttavia, qualcuna ha trovato un po’ tedioso il fatto che si aprano diversi percorsi sempre in attesa che avvenga qualcosa che non si verifica.
<< Il libro che la nostra generazione voleva fare, adesso c’è, e il nostro lavoro ha un coronamento e un senso, e solo ora, grazie a Fenoglio, possiamo dire che una stagione è compiuta, solo ora siamo certi che è veramente esistita: la stagione che va dal “Sentiero dei nidi di ragno” a “Una questione privata”.>>
Italo Calvino
Prossimo incontro martedì 10 gennaio 2023 h.10 – LA STORIA di Elsa Morante
NOTE INCONTRO DEL 20 SETTEMBRE 2022
LA GIORNATA DI UNO SCRUTATORE, di Italo Calvino
La giornata di uno scrutatore è un breve romanzo scritto da Calvino nel 1953. La vicenda si svolge in un istituto torinese di assistenza e cura, dove sono ricoverati migliaia di minorati fisici e mentali, gestito da religiosi “Il Cottolengo”. La descrizione dell’edificio è molto tetra e grigia, a simboleggiare la città dell’altro, del diverso.
Il protagonista, Amerigo, uno scapolo che vive in un piccolo appartamento, iscritto al Partico Comunista, si trova ad essere nominato scrutatore in occasione di una chiamata alle urne. Il suo bagaglio di intellettuale, incentrato sulla risoluzione di problemi politici e sociali, la sua volontà di far rispettare le norme che regolano le operazioni di voto subiscono un brutto colpo, impattando con le crude condizioni dei pazienti ricoverati. Amerigo riflette e comprende che tutta l’ideologia del suo essere intellettuale marxista e illuminista si scontra con il reale e si pone numerose domande sulla vita, sul perché del dolore, sulla necessità di atti d’amore e di solidarietà.
La discussione che segue si concentra sui temi molto importanti rappresentati nel testo quali: il dolore, la responsabilità della procreazione, l’infelicità, la devozione, l’amore. Considerato da tutto il gruppo un Libro intenso , che mette a nudo la sofferenza di queste persone “diverse” e la meschinità con cui altre persone “normali” ne approfittano per realizzare i propri interessi. Molto apprezzata la descrizione delle persone, dei colleghi scrutatori, dei luoghi e di come venivano vissute le operazioni di voto dagli “aventi diritto”, tutte situazioni e valutazioni interiori che rendono il protagonista un uomo nuovo.
Libro consigliato, scritto molto bene, con spunti di riflessione veri.
FERITO A MORTE, di Raffaele La Capria
Il libro che copre un arco di 10 anni, narra le vicende di alcuni giovanotti indolenti della buona borghesia napoletana e non che trascorrono le giornate , fra nuotate, gite in barca , dolce far niente e noia. Alcuni anni dopo Massimo, da tempo trasferito a Roma dove da alcuni anni vive e lavora, ritorna a casa per una breve vacanza e incontra i vecchi amici, alcuni dei quali vivono di espedienti. Conclusione malinconica dove il narratore sottolinea come il tempo segna le persone per l’incapacità di cambiare e maturare di alcuni e la mancata realizzazione dei sogni per altri. Il tutto sullo sfondo di Napoli, che viene restituita così come è, una città che “ti ferisce a morte o ti addormenta, o tutte e due le cose insieme.
Va detto che il libro è stato letto solo da Sofia, Olga e Severina, che hanno rappresentato la difficoltà nella lettura e nel legame fra i personaggi. Comunque consigliato quale testimonianza degli anni cinquanta napoletani e italiani.
Si propone la lettura di “La luna è tramontata” di John Steinbeck.
Prossimo incontro il 19 OTTOBRE, alle ore 10, in biblioteca.
NOTE INCONTRO LEGGINSIEME DEL 28 GIUGNO 2022
CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI, DI CARLO LEVI
Il contenuto del libro racconta il periodo di confino vissuto dall’autore in due paesini sperduti della Lucania, durante il periodo fascista. Il confino dura un anno, un periodo di tempo che consente a Levi di conoscere l’antica civiltà contadina, di toccare con mano le tradizioni, i riti, i culti, la profondissima povertà, l’abbandono, l’assenza dello stato che viene percepito come un nemico, con le sue tasse, le sue guerre, le sue leggi. La vita scorre grigia e monotona, confortata dalla passione per la pittura. Riprende anche l’esercizio dell’attività di medico, dedicandosi alla cura dei poverissimi contadini, completamente abbandonati a se stessi. Chi vive in questo Paesino (Gagliano) non conosce progresso, vive in queste terre aride e brulle, secche e bianche di argilla, falcidiate dalla malaria. E’ un mondo chiuso, isolato, impregnato di magia pagana, abitato da persone rassegnate al destino di abbandono e povertà.
La discussione è molto animata e articolata. Il testo ha suscitato in tutte una forte emozione e un grande coinvolgimento. In particolare la descrizione della natura, delle persone, della povertà , l’attenzione alla fatica di vivere degli abitanti, ignorati dai rappresentanti locali delle istituzioni, vengono rappresentate con la sensibilità di un attento osservatore , con lo sguardo attento del pittore. Emergono analogie con la vita contadina delle nostre valli negli stessi periodi del racconto, situazioni che poi qui si sono gradualmente risolte con l’avanzare del progresso . Olga, in particolare, evidenzia anche la condizione della donna sia come moglie/amante che come madre, nonché il ruolo anaffettivo degli uomini nei confronti delle loro donne. In definitiva un quadro tragico della società contadina lucana. Scritto dieci anni dopo il confino, viene denunciato fortemente l’annoso problema della questione meridionale, questione ancora oggi presente e irrisolta e per la quale Levi si è fortemente battuto in Parlamento, dai banchi dell’opposizione, in forte dissenso con la politica dei governi di allora.
Lettura assolutamente consigliata.
Prossimo incontro il 20 settembre alle ore 10.
Libri proposti: La giornata di uno scrutatore, di Italo Calvino
Ferito a morte, di Raffaele La Capria.
Letture del 2021
LA BASTARDA DI INSTANBUL, di Elif Safak
Il libro racconta la vita di due famiglie, una armena e una turca, che per gli eventi della Storia che hanno sconvolto le loro vite, vengono a conoscersi. Si respira fin da subito Istanbul, quella di ieri e quella di oggi, con il suo caos, la sua multietnicità il suo rumore, i suoi panorami; città descritta davvero splendidamente tanto da far sperare di poterla visitare. All’inizio è un bel romanzo, poi arriva una parte in salita, troppo piena di personaggi stravaganti , troppo confusi e con nomi difficili da ricordare e collegare, troppo cibo, piatti sconosciuti ma descritti dettagliatamente e in maniera così realistica che pare di assaggiarli. Anche i capitoli sono identificati con alimenti, quasi per indicare l’importanza rituale e identificativa dei diversi momenti legati alle abitudini culinarie.
Poi man mano ti inoltri il racconto ti intriga, i personaggi (tutti al femminile) si fanno conoscere e apprezzare. Storia di donne forti e nello stesso tempo, provocanti, indipendenti, ipocondriache e fragili come i sottili bicchieri di the, tanto usati nel quotidiano dalle famiglie e che tanto facilmente si rompono.
La seconda parte, l’incontro delle due giovani delle rispettive famiglie una armeno-american e l’altra (la bastarda) turca, dà alla storia una sferzata di modernità ,mette a confronto le due culture e accende l’interesse circa le figure materne presenti, dalle nonne alle madri delle due ragazze. Rapporti diversi e contrapposti: di estrema possessività la madre americana separata, pure un personaggio eccentrico e insolito, di Armanoush; di indifferenza la madre di Asya, donna apparentemente insensibile, moderna , misteriosa ma fragile che nasconde dietro un apparente leggerezza, le profonde ferite provocate dallo stupro che l’ha resa madre. Le due ragazze sono entrambe alla ricerca delle loro origini. E qui, attraverso la frequentazione di un Caffè di intellettuali amici di Asya, si entra nella storia dei due popoli vista con gli occhi dell’ultima generazione . Emerge in maniera evidente da queste discussioni fra intellettuali e personaggi di varia cultura che frequentano il Caffè, che il ricordo di un passato storico doloroso non sia opportuno ma quasi dannoso. Questo pensiero non viene condiviso dalle protagoniste, specialmente da Armanoush che ha intrapreso il lungo viaggio dall’America proprio per la ricerca delle proprie origini.
Ma i fatti sono reali anche se ci sono le posizioni turche che o negano o giustificano le deportazioni, il genocidio e le sofferenze patite dagli armeni, mentre gli armeni si crogiolano nel vittimismo. Particolarmente toccante il capitolo intitolato “il melograno”, dove viene descritta la deportazione di una famiglia armena, (che poi si scopre essere la famiglia della nonna di Armanoush). Pagine che spronano ad approfondire l’argomento .
Il libro è stato ampiamento discusso dal gruppo, che pur riferendo difficoltà nella lettura per il grande numero di personaggi,( peraltro con nomi non semplici da ricordare), e per l'improbabilità della trama, ha espresso, complessivamente, un giudizio positivo suggerendone la lettura.
E’ una storia di donne, molto diverse tra loro, che cercano la propria identità.
Note incontro del 13 aprile - Gruppo di lettura
LE QUARANTA PORTE, di Elif Shafak
L’autrice conduce il lettore dentro due storie apparentemente lontane e distinte, che, man mano che la trama si sviluppa, finiscono per intrecciarsi.
Due storie in un libro quindi, una sul piano temporale del presente, nel mondo occidentale con la storia di Ella, casalinga americana quarantenne , l’altra nell’Anatolia del XIII secolo, dove si sviluppa la storia del derviscio errante Shams-i-Tabrizi, e del suo incontro con il sapiente Rumi, divenuto poi fondatore dei “dervisci rotanti” e poeta mistico.
Libro impegnativo, che affronta il tema del misticismo e che porta alla nostra attenzione un mondo lontano, con tante voci narranti, tante storie, tanti spunti di riflessioni e la sorpresa di quanto questo mondo lontano sia, di fatto, vicino.
Si apre una vivace discussione nella quale vengono illustrate le varie reazioni al contenuto del romanzo, da tutte ritenuto una valida lettura, che ha stimolato ad approfondire un tema sconosciuto (il sufismo e le sue regole), che ha descritto con cruda realtà la vita delle donne in una societa’ basata sul potere maschile.
Poco apprezzato il contenuto della storia di Ella, ritenuta piuttosto fantasiosa e improbabile. Nonostante anche nella nostra societa’ contemporanea la parita’ di genere sia ancora lontana dall’essere soddisfacente ,Ella riuscirà a riscoprire l’amore e a sovvertire completamente la sua vita, cosa impossibile nell’Anatolia del XIII secolo.
NOTE INCONTRO DEL 25 MAGGIO 2021
FEBBRE, di Jonathan Bazzi
Febbre è un libro autobiografico, il protagonista è omosessuale e sieropositivo. Però il libro non racconta soltanto la “febbre” ma la vita. Non è stata una lettura facile per il tema trattato e per il doloroso vissuto del protagonista.
Il libro è diviso in capitoli che si sviluppano su linee temporali diverse: Jonathan adulto e Jonathan bambino, che cresce in una Rozzano che odia e che lo odia. Riferisce nel libro di vivere a Rozzano ma di volerlo nascondere, non
vuole far sapere di vivere in un palazzo fattiscente, con tanta gente “spaventosa” affacciata ai balconi. Viviamo con il protagonista un doloroso presente, un Jonathan sofferente e angosciato, e il suo passato, un Jonathan
bambino con una situazione familiare difficile, genitori bambini, incapaci di amarlo, capirlo, sostenerlo. Difficoltà con la scuola, con i compagni , la sua timidezza e il senso di inferiorità. E’ un bambino sensibile che necessita di
affetto e comprensione, che non ha né dalla famiglia né dalla scuola. Bazzi si racconta senza filtri. La malattia in questo libro mette in luce che lui, prima di essere una persona malata di HIV, è una persona. Punto. E così, per
uscire dall’ansia, dalla vergogna, da tutto il suo drammatico vissuto, dopo un percorso lungo e doloroso, decide di liberarsi e si racconta.
Non è un libro che si legge in un fiato; in febbre c’è tanta sofferenza, senso di inadeguatezza, paure, tanto sesso e si conclude con tanto amore. Tutti sentimenti percepiti dal gruppo che hanno apprezzato sia la forma letteraria adottata sia la sua scrittura veloce, diretta ,il ritmo incalzante, i drammatici contenuti fotografati con lucidità e con un dignitoso realismo.
Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, di Mary Ann Shaffer e Annie Borrowos
Trattasi di un romanzo epistolare che all’apparenza può apparire senza grandi pretese, ma che stupisce e conquista nel mostrare i sentimenti, i modi di vivere e di affrontare, in condivisione, i dolori e le gioie degli abitanti dell’isola di Guernsey, isola del canale della Manica, occupata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. L’isola, mirabilmente descritta, conquista il lettore e ne fa nascere il desiderio di visitarla. Nel venire a conoscenza dell’esistenza di un Club del libro, della sua “originale” nascita e del ruolo fondamentale che il Club ha assunto in quei difficili anni di guerra, l’autrice, decide di recarsi sull’isola, rimanendone affascinata. Non è solo una storia romantico/drammatica, riguarda i libri, il piacere della lettura, il coraggio di perseguire i propri sogni, di creare uno spazio in cui sentirsi liberi. Un testo delicato, sensibile, piacevole. Un libro capace di raccontare gli orrori della guerra, senza retorica, a volte con ironia. Una vera dichiarazione d’amore per la lettura e la conferma del potere salvifico dei libri.
Molto apprezzata dal gruppo la cronaca della vita sull’isola, la solidarietà degli abitanti anche nei difficili tempi bellici, la condivisione e l’affetto che lega fra loro i protagonisti. Un quadro sereno di coabitazione e di amore.
Prossime letture:
Il mistero della pittrice ribelle, di Chiara Montani
Nudi e crudi, di Alan Bennet
Il ballo delle pazze, di Vittoria Mas
NOTE INCONTRO DEL 29 GIUGNO 2021
Nudi e crudi, di Alan Bennet
Ingredienti: una tranquilla coppia inglese di mezza età, un matrimonio monotono, un'abitazione lasciata completamente spoglia da un apparente furto, un cambio di arredamento e di abitudini, una privazione di beni che però mette a nudo le anime.
Viene descritta, con umorismo british, questa situazione surreale che aiuterà la coppia, in particolare la sig.ra Ransome, a vedere la vita in maniera diversa, scuotendoli dal torpore in cui si trovavano. Si leggono eventi e situazioni comiche e grottesche, utili comunque a far riflettere e a far aprire gli occhi sulla possibilità di una vita diversa e libera da rigidi schemi.
Poche pagine nelle quali con ironia a tratti folle, permette al lettore di cogliere come una singola esperienza possa farci prendere coscienza e stravolgerci.
Non ci è stata, in verità, una grande discussione in merito al testo, considerato più un lungo racconto che un libro vero e proprio. Nonostante la scrittura pulita, spesso ironica sarcastica e vicina al cinismo, ha suscitato in alcune ilarità, in altre, in alcuni punti, fastidio.
Per il prossimo incontro, previsto per il 3 agosto 2021, si decide di prenotare KLARA E IL SOLE, di Kazuo Ishiguro
Si commenterà Cambiare l’acqua ai fiori, di Valerie Perrin
NOTE INCONTRO DEL 7 SETTEMBRE 2021
Il ballo delle pazze, di Victoria Mas
Siamo a Parigi, nel 1885, in un manicomio femminile, il Salpetriere, diretto dal famoso dott. Charcot (uno dei maestri di Freud), “un deposito” dove le pazienti sono destinate a trascorrere la loro vita, senza possibilità di uscire da quelle mura.
Le ragioni del loro internamento non sono sempre legate a problemi psichici. Vi sono anche donne fragili, anticonvenzionali, prostitute, donne rifiutate dalla famiglia o dalla società, “donne scomode”. Donne sempre e comunque vittime di un maschilismo imperante. Mas ci introduce nelle camere della Salpetriere come nella mente e nei pensieri di alcune delle ospiti. Racconta le loro storie, non facendo leva sulla pena ma puntando lo sguardo sull’ingiustizia, su come essere donna fosse sinonimo di essere inferiore.
Un romanzo che score veloce e ci porta verso un finale commovente e dolce, perché forse l’unica cosa su cui possiamo contare è una mano amica di un’altra donna.
Il gruppo ha espresso apprezzamento sottolineando altresì l’attualità dei temi trattati.
Klara e il sole, di Kazuo Ishiguro
Il libro ha aperto una ampia e vivace discussione sul futuro prossimo dell’umanità. Per lo stile impeccabile, per l’originalità dei contenuti e per la forma ben delineata, questo libro è risultato molto gradito.