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Il libro della pittura
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Leonardo da Vinci

Il libro della pittura

UTET, 11/01/2016

Abstract: I manoscritti di Leonardo Da Vinci costituiscono una mole imponente: oltre settemila fogli, a oggi quasi integralmente trascritti e pubblicati. Ma per secoli rimasero esclusi alla conoscenza del grande pubblico, essendo oggetto di studio e lettura solo da parte degli specialisti. Tra i trattati di Leonardo, il più celebre è quello composto dagli scritti "che trattano della pittura e de' modi del disegno e colorire": il famoso Trattato della pittura o Libro della pittura, pervenuto a noi nella compilazione di un allievo. In questo ebook, è raccolta una selezione delle riflessioni dell'autore sulla prospettiva, i colori, la luce e i precetti della pittura desunte dai manoscritti più rilevanti.

I dialoghi di Confucio
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Confucio

I dialoghi di Confucio

UTET, 11/01/2016

Abstract: Come scrive Pietro Citati, la più grande abilità di Confucio, filosofo cinese vissuto tra il VI e il V secolo a.C, è stata la capacità di impartire profondi insegnamenti spirituali giocando con le domande e con le risposte che a ogni uomo stanno a cuore, "giocando con la sostanza delicata delle parole". L'insegnamento di Confucio, sebbene si sia rivelato determinante per lo sviluppo del pensiero cinese, venne raramente veicolato dal filosofo stesso in modo diretto; il suo insegnamento è pervenuto a noi grazie ai suoi discepoli che raccolsero con dedizione le sue parole, tramandandole ai posteri. Proprio in questo modo sono pervenuti a noi i famosi Dialoghi, un compendio di sentenze, aforismi e frammenti attribuiti al maestro ma frutto di una selezione operata nei secoli successivi dalla sua scuola. Il distillato di un classico del pensiero fondamentale, che ha influenzato profondamente sia l'Oriente sia l'Occidente.

Critone
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Platone

Critone

UTET, 11/01/2016

Abstract: La condanna a morte del filosofo ateniese Socrate nel 399 a.C., per empietà e corruzione dei costumi dei giovani, è al centro di alcuni tra i primi dialoghi scritti dal suo allievo Platone. In particolare nel Critone, breve opera giovanile, Socrate, dialogando con uno dei suoi discepoli favoriti, elenca le motivazioni che lo inducono a rifiutare qualsiasi via di fuga dalla condanna ricevuta. Un uomo deve essere coerente con le proprie idee e dottrine: avendo sempre sostenuto nel corso della sua vita che la legge non deve essere violata in nessun caso, anche se ingiusta, il filosofo preferisce perdere la vita piuttosto che essere accusato di aver commesso un'ingiustizia.

Esercizi spirituali
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Ignazio di Loyola (sant')

Esercizi spirituali

UTET, 11/01/2016

Abstract: Grande protagonista della Riforma della Chiesa cattolica nel XVI secolo, Ignazio di Loyola è conosciuto principalmente per il suo ruolo di fondatore della Compagnia di Gesù nel 1534. Ma in base agli studi più recenti sulla scrittura di Loyola, oltre all'indiscusso ruolo storico e politico, va riconosciuto un autentico valore letterario ai suoi testi e in modo particolare agli Esercizi Spirituali. In quest'opera che può essere considerata paradigmatica, Ignazio si propone di esporre "tutti i modi di preparare l'anima a togliere da sé i legami disordinati". E, dopo averli eliminati, incontrare la volontà divina nell'organizzazione della propria vita per la salvezza dell'anima.

La guerra gallica
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Cesare, Gaio Giulio

La guerra gallica

UTET, 11/01/2016

Abstract: Nell'inverno del 52-51, Cesare scrisse una delle opere di maggiore valore storico della letteratura romana, i "commentari" De Bello Gallico, ora proposti da Utet in una versione digitale comprendente il testo latino originale navigabile attraverso link ipertestuali. Giudicati fin dall'antichità come un esempio eccellente di narrazione e di stile, l'originalità di questi commentari è data soprattutto dal non essere una storia romanzata, né una mera cronaca dei fatti, ma un'esposizione viva e chiara, in cui le azioni si susseguono alle azioni, connesse da una ferrea necessità.

La brevità della vita
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Seneca, Lucio Anneo

La brevità della vita

UTET, 11/01/2016

Abstract: Affine nei temi trattati ad altri due dialoghi di Seneca, il De otio e il De tranquillitate animi, il De brevitate vitae (La brevità della vita) affronta il problema di come condurre la propria vita nell'alternanza di azione e contemplazione, otium e negotium. Ad essi il filosofo latino contrappone un'idea diversa, quella del "vero ozio", che secondo Seneca tale può dirsi solamente se è di tipo filosofico: solo grazie a esso, cioè grazie alla riflessione e alla cura filosofica di sé, l'uomo diventa padrone del proprio tempo, riuscendo a contrastare la brevità di cui è solito accusare la propria vita. L'edizione Utet di questo dialogo di Seneca è arricchita dalla presenza dell'originale latino, collegato al testo italiano da link ipertestuali.

L'amicizia
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Aristotele

L'amicizia

UTET, 04/02/2016

Abstract: È facile dire amicizia. Nell'epoca di Facebook e del chiacchericcio su WhatsApp, lo è ancora di più. "È opinione comune che coloro che hanno molti amici e che trattano familiarmente tutti non siano amici di nessuno", scriveva Aristotele. Nell'era del suo infinito dilagare è dal Filosofo per eccellenza che possiamo trarre qualche suggerimento su che cosa è davvero l'amicizia. La scuola di Aristotele, il Liceo, aveva come missione quella di formare alla vita filosofica, nel senso di "una filosofia vissuta, attiva, apportatrice di felicità", dove l'amicizia era coltivata come un valore fondamentale. Filosofo teoretico e sistematico, ad Aristotele non è affatto estranea la dimensione pratica della filosofia. Lo si capisce bene proprio dalla trattazione che troviamo nell'Etica nicomachea sui diversi modi di pensare l'amicizia.

La Repubblica
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Platone

La Repubblica

UTET, 11/01/2016

Abstract: Tra le opere di Platone, e in particolare tra le opere politiche, la Repubblica occupa certamente un posto centrale. Trattato in forma di dialogo articolato in dieci capitoli, la Repubblica raccoglie infatti il nucleo della concezione del filosofo in ambito politico, che trova la sua massima espressione nel disegno della città­-stato ideale. Come scrive Platone, nella società umana i mali non cesseranno finché gli autentici filosofi non arriveranno al potere, o i capi degli Stati non si metteranno a filosofare veramente.

Satire. Testo italiano e latino
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Orazio Flacco, Quinto

Satire. Testo italiano e latino

UTET, 11/01/2016

Abstract: Composte tra il 41 e il 30 a.C., le satire di Orazio arrivate fino a noi sono diciotto "sermones" in cui il poeta latino, abbandonando lo stile più veemente degli Epodi, mette bonariamente alla berlina molti aspetti della vita quotidiana del mondo romano. Lo sguardo acuto di Orazio sfrutta le debolezze proprie e altrui per impartire con il sorriso precetti morali, criticando i comportamenti e i vizi degli uomini e incarnando al meglio il valore civile della poesia. L'edizione Utet è arricchita dalla presenza dell'originale latino, collegato al testo italiano da link ipertestuali.

Il Corano
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Aa. Vv. - Mandel, Gabriele

Il Corano

UTET, 28/01/2016

Abstract: Il Corano è, oggi più che mai, invocato da milioni di fedeli. Tuttavia, se molto si è scritto sul testo coranico, nel mondo occidentale esso rimane tuttora sconosciuto ai più. E la situazione contemporanea rende ancor più difficile individuarne una corretta chiave di lettura. L'edizione Utet cerca di colmare questa lacuna, proponendo, da oggi anche in ebook, l'ottima traduzione di Gabriele Mandel, tra i più importanti studiosi del Corano. Per un musulmano, prima di essere un libro suddiviso in 114 capitoli detti sure, il Corano è essenzialmente una parola, la Parola Divina discesa nella celebre notte chiamata la "Notte del Decreto" o "Notte del Destino". Ma ciò che forse definisce nel modo più esatto la relazione fra il musulmano e il testo coranico è lo stupore. Non si tratta di momentaneo sconcerto, di una frattura nell'identità dell'individuo, ma piuttosto di uno stato d'animo permanente, che rimanda alle categorie fondamentali della teologia islamica. Prima fra tutti, la nozione di mistero, ghaib: il mistero della vita che si traduce nel mistero dell'ordine del mondo e, ancora di più, del suo apparente disordine.

Le passioni
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Aristotele

Le passioni

UTET, 05/02/2016

Abstract: Il discorso che mira al cuore è l'arma più potente, duemila anni fa come oggi, per smuovere, scaldare, trasformare la mente. Dei propri interlocutori, certo, ma anche la propria. Tutto sta nel saperla utilizzare. Politici e filosofi, uomini di Stato e imbonitori, sofisti, persino innamorati, da sempre lo sanno. Ma attenzione: la retorica, così come l'etica, è disciplina che ha sì a che fare con emozioni, sentimenti, passioni (l'ira, la mitezza, la paura, il coraggio, la vergogna e tutte le altre passioni enumerate e spiegate nelle ricchissime pagine della Retorica di Aristotele), ma non per questo è irrazionale. Anzi. La filosofia, quella vera di cui la retorica sa essere ancella, si serve infatti a piene mani dell'argomentazione, che risulta di fatto fondamentale per ogni scelta, piccola o grande che sia, della nostra vita.

Lettera sulla felicità e altri scritti
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Epicuro

Lettera sulla felicità e altri scritti

UTET, 04/02/2016

Abstract: Per gli antichi la filosofia era innanzitutto una scelta di vita: uno stile, genuinamente filosofico, da adottare nel vivere, con l'obbiettivo di raggiungere la felicità. Ma che stile di vita era quello di un epicureo? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli epicurei erano uomini sobri e morigerati, quanto gli stoici, se non di più. Certo, erano dei materialisti. Ma questo fatto esalta ancora di più il carattere "spirituale" dei loro esercizi quotidiani. La lettera sulla felicità e gli altri scritti qui raccolti ci accompagnano nel filosofico "orto" di Epicuro, insegnandoci a estirpare le radici del turbamento, dell'inquietudine, dei nostri desideri illusori e delle passioni, come l'ira e i germinanti affanni che sono d'ostacolo alla serenità. Un orto il cui frutto è la felicità che si produce sulla terra. Tutto sta nel saperlo coltivare.

L'eros
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Platone

L'eros

UTET, 04/02/2016

Abstract: L'Eros è Socrate. Il Socrate del Simposio, dialogo platonico affascinante ambientato in un insolito banchetto, in cui vari amici, riuniti per festeggiare, si mettono a tessere le lodi di Amore, il dio più potente, passandosi la parola l'uno con l'altro. Finché, nel pieno della festa, congedata la flautista, mentre il vino scioglie le lingue e infiamma i pensieri, scopriamo da Socrate che l'amore non è affatto un dio ma piuttosto "un gran demone". Proprio come Socrate: un Socrate innamorato, il miglior paladino possibile dell'impulso mai sazio, travolgente, indomito della Filosofia. O meglio, di un certo modo di fare filosofia, quello più vicino alla vita, che corrisponde a un certo modo di intendere l'amore: è "sapere di non sapere", cioè ironia, arguzia, intelligenza e amore per il sapere che non si sa di avere.

Un amore ad Auschwitz. Edek e Mala: una storia vera
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Paci, Francesca

Un amore ad Auschwitz. Edek e Mala: una storia vera

UTET, 20/01/2016

Abstract: Edek e Mala: un giovane prigioniero politico polacco e una ragazza ebrea bella e vitale s'innamorano nel campo di sterminio di Auschwitz. Mala Zimetbaum ha fascino, carisma, cultura - conosce molte lingue e per questo viene scelta dalle SS come interprete e traduttrice - oltre a essere una donna di grande generosità, di cui dà prova aiutando in ogni modo le compagne di prigionia. Anche Edek, Edward Galin¿ski, è una persona fuori dall'ordinario: tra i primissimi deportati di Auschwitz-Birkenau, incarcerato meno di due mesi dopo l'apertura del lager voluto da Heinrich Himmler, Edek ha visto nascere e crescere la macchina del genocidio ma non si dà mai per vinto. Nel 1944, sebbene il Terzo Reich si avvicini alla sconfitta, nei campi di sterminio il massacro continua a pieno ritmo. Il 24 giugno, Mala e Edek riescono a fuggire grazie a un travestimento: comprando l'aiuto di un ufficiale nazista Edek recupera un'uniforme da SS e, con Mala vestita da prigioniero, esce dal campo esibendo un permesso falso. Purtroppo il loro sogno di libertà naufragherà presto: ricatturati sul confine polacco, in circostanze ancora oggi non del tutto chiare, Edek e Mala vanno incontro con coraggio al loro destino. Una favola "senza lieto fine, come talvolta accade alle favole vere". Una storia d'amore dai contorni leggendari, inspiegabilmente e ingiustamente dimenticata, che la giornalista Francesca Paci ricostruisce per la prima volta in tutti i suoi aspetti grazie a fonti attinte dall'archivio del museo statale di Auschwitz, documenti dell'epoca e testimonianze dirette dei pochi sopravvissuti. "Con il consueto approccio rigoroso, documenti, testi, scrittura alta, equanimità, Francesca Paci strappa all'oblio Mala ed Edek." Gianni Riotta, La StampaEdek e Mala: un giovane prigioniero politico polacco e una ragazza ebrea bella e vitale s'innamorano nel campo di sterminio di Auschwitz. Mala Zimetbaum ha fascino, carisma, cultura - conosce molte lingue e per questo viene scelta dalle SS come interprete e traduttrice - oltre a essere una donna di grande generosità, di cui dà prova aiutando in ogni modo le compagne di prigionia. Anche Edek, Edward Galin¿ski, è una persona fuori dall'ordinario: tra i primissimi deportati di Auschwitz-Birkenau, incarcerato meno di due mesi dopo l'apertura del lager voluto da Heinrich Himmler, Edek ha visto nascere e crescere la macchina del genocidio ma non si dà mai per vinto. Nel 1944, sebbene il Terzo Reich si avvicini alla sconfitta, nei campi di sterminio il massacro continua a pieno ritmo. Il 24 giugno, Mala e Edek riescono a fuggire grazie a un travestimento: comprando l'aiuto di un ufficiale nazista Edek recupera un'uniforme da SS e, con Mala vestita da prigioniero, esce dal campo esibendo un permesso falso. Purtroppo il loro sogno di libertà naufragherà presto: ricatturati sul confine polacco, in circostanze ancora oggi non del tutto chiare, Edek e Mala vanno incontro con coraggio al loro destino. Una favola "senza lieto fine, come talvolta accade alle favole vere". Una storia d'amore dai contorni leggendari, inspiegabilmente e ingiustamente dimenticata, che la giornalista Francesca Paci ricostruisce per la prima volta in tutti i suoi aspetti grazie a fonti attinte dall'archivio del museo statale di Auschwitz, documenti dell'epoca e testimonianze dirette dei pochi sopravvissuti. "Con il consueto approccio rigoroso, documenti, testi, scrittura alta, equanimità, Francesca Paci strappa all'oblio Mala ed Edek." Gianni Riotta, La Stampa

Socrate e la virtù
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Platone

Socrate e la virtù

UTET, 04/02/2016

Abstract: Possibile? Proprio Socrate, il più retto e integro tra gli ateniesi, Socrate, il maestro di virtù, sempre pronto a discutere della conoscenza del bene, di etica e giustizia, della virtù stessa e della sua insegnabilità... Proprio lui costretto alla morte dal tribunale di Atene? La condanna di Socrate ci fa capire nel modo più efficace quanto può essere pericoloso un filosofo militante, maestro nell'insinuare il dubbio, nell'educare alla critica, nello smantellare solide verità. Proprio con Socrate, simbolo della situazione paradossale in cui si trova il filosofo in mezzo agli uomini, compare il concetto di filosofia come modo di vivere (Pierre Hadot). Una svolta così importante da segnare l'intera storia del pensiero, come si vede in alcuni tra i dialoghi platonici più belli, qui raccolti: L'apologia di Socrate e il Menone.

La pace dell'animo
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Seneca, Lucio Anneo

La pace dell'animo

UTET, 11/02/2016

Abstract: Il dialogo filosofico De tranquillitate animi è l'equilibrato, ma al contempo accorato, invito di Seneca all'amico Sereno (quando si dice: un nome, un destino) a coltivare la propria interiorità, con costanza e senza tentennamenti, ovvero con rimedi di volta in volta vivificanti e lievi o potenti e invasivi, da somministrare a un animo soggetto a fisiologici ondeggiamenti, perennemente indeciso, motivato però a trovare la via della saggezza. Una rotta, quella della saggezza stoica, sempre "uniforme e favorevole" a partire dai concetti di "euthumia" e conoscenza di sé. Da evitare, sopra ogni altra cosa, sono le ricadute: l'animo può cadere ammalato e rimanere gravato dalla malattia, esattamente come il corpo - ci insegna Seneca con un'intuizione di sorprendente modernità.

Dialoghi con se stesso
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Agostino (sant')

Dialoghi con se stesso

UTET, 19/02/2016

Abstract: Che Agostino, il vescovo, il filosofo e Padre della Chiesa, passato alla storia come Doctor Gratiae, da giovane fosse una testa calda è cosa nota ai più. Retore superbo e orgogliosissimo, violento, dedito a piccoli furti e bravate, oltremodo sensibile alla bellezza femminile, intorno ai trent'anni Agostino pareva lontanissimo, stando alle sue stesse parole, da quell'itinerarium in Deum le cui principali tappe con tanta passione sa ripercorrere nei suoi scritti, come i Soliloqui o Dialoghi con se stesso qui raccolti. Cosa può mettere ordine in tanta confusione di pensieri e volontà? La Ragione stessa, così importante per Agostino da diventare addirittura personaggio, interlocutore e guida attraverso i dubbi teorici e di condotta, pungolo a un esercizio costante di autoanalisi e introspezione.

Il bene e il male
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Cicerone, Marco Tullio

Il bene e il male

UTET, 09/02/2016

Abstract: Cicerone, il grande oratore e politico, vibrante difensore delle istituzioni repubblicane, amava filosofare in villa. Che si trovasse nelle sue residenze di Asturia, Tuscolo, Arpino, serenamente in vacanza o piuttosto in ritiro forzato a causa della vita politica romana sempre più turbolenta, Cicerone non mancava di approfittare della pace offerta dalla villeggiatura per coltivare, tra meditazioni e chiacchiere con compagni fidati, la passione per l'affascinante musa di cui si era innamorato da giovanissimo: la filosofia greca. "Che cosa bisogna ricercare nella vita con tanta cura quanto il problema investigato in questi libri?", si chiede Cicerone introducendo la questione attorno a cui ruota l'intero dialogo qui proposto. Quali sono i confini del bene e del male?

Il senso della vita nella Guida dei perplessi
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Maimonide, Mosè

Il senso della vita nella Guida dei perplessi

UTET, 24/02/2016

Abstract: "Buona parte dei dubbi nelle menti dei perfetti concernono la ricerca del fine di questa esistenza, per stabilire quale esso sia", scrive Mosè Maimonide nella terza parte della sua Guida. Per Mosè Maimonide, fine esegeta della parola di Dio e di Aristotele, ma anche lucido e spiccio risolutore di falsi inghippi metafisici, il problema "qual è il senso dell'esistenza" semplicemente è un falso problema. "Ora spiegherò come questa questione non si ponga, secondo tutte le dottrine" scrive Maimonide. Un deciso invito al lettore a non prendersi troppo sul serio, in quanto puntino dell'immenso universo, o come direbbe Maimonide citando la Bibbia "un verme", "un bruco", "la goccia di un secchio", lo si trova in questi passi della Guida che si prendono gioco della nostra, tanto comune, tendenza a universalizzare piccoli crucci e grandi dolori: "Ogni ignorante immagina che l'esistenza intera sia in funzione della propria individualità, come se non esistesse altro che lui; pertanto, se accade una cosa che è contraria a ciò che egli vuole, egli afferma decisamene che tutto ciò che esiste è male".

La vita e il pensiero
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Pirrone

La vita e il pensiero

UTET, 09/02/2016

Abstract: Figura insolita e poco nota della storia del pensiero antico, il greco Pirrone è il protagonista di uno scetticismo pratico massimamente destabilizzante agli occhi di noi moderni, ma non perché fosse un rivoluzionario. Tutt'altro. Era, piuttosto, un moderato e così quasi tutti gli scettici. Ciò non toglie che l'esercizio spirituale di cui Pirrone è maestro, la sospensione del giudizio, va considerato come un atto coraggioso e potente. Oggi siamo magari attratti dai mondi schiusi dall'insinuante pillola rossa di Matrix ma incapaci, spesso, di assumere il farmaco che per gli antichi era in grado di avvicinarci alla felicità sulla terra: l'indifferenza rispetto alla mutevolezza delle cose umane, nella fedeltà a se stessi e alla propria natura, troppo umana, natura.