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Trovati 10 documenti.
Bergamo : Grafica & arte, 2020
Abstract: “Insolite Visioni. La passione per il volo. Bergamo dall’alto”, volume di Alex Persico, fotografo specializzato in fotografie aeree, racconta Bergamo, città travolta dall’emergenza Covid-19. In questa fase di ritorno alla normalità, la sua bellezza e il suo fascino sono ancora più forti, tanto da ispirare una visione dall’alto, nuova, con un occhio moderno, il drone, che ne coglie le trasformazioni e i profili di continuità. Immagini di edifici storici, immobili rispetto al passaggio del tempo, si alternano a quartieri in rapida trasformazione, che puntano veloci al futuro. Ma tutti, siano essi monumenti alla storia o architetture nuove e in divenire, si mostrano in bianco e nero. Una scelta fortemente voluta dall’artista per ribadire il legame profondo che esiste tra tradizione e innovazione. Un intreccio che sottende all’intera pubblicazione, a partire dall’uso del drone, mezzo che più di altri crea connessioni tra la fotografia tradizionale e la tecnologia di ultima generazione. Uno strumento a cui Persico, iscritto al registro ENAC come operatore riconosciuto, si è avvicinato fin dal 2010, utilizzando SAPR autorizzati. “Insolite Visioni. La passione per il volo. Bergamo dall’alto” nasce infatti in occasione del trentennale della sua carriera, con il desiderio di dare voce a una passione e a un lavoro, la fotografia, che incrocia prospettive diverse, indagate attraverso le lenti della curiosità e della sperimentazione. Il volume si completa con una selezione di fotografie tratte dalla pubblicazione “Bergamo dal cielo”, realizzata tra il 1981 e il 1985 da Grafica e Arte con le fotografie di Piero Orlandi, scatti nati da vertiginose riprese aeree, come si usava fare un tempo, che dialogano con gli scatti realizzati con il drone. Una sperimentazione che troverà ulteriore espressione in una mostra in programma per la primavera 2021. Ancora una volta, un dialogo creativo tra ieri, oggi e domani.
Bergamo : Grafica & arte, 2019
Bergamo : Grafica & arte, 2017
Abstract: Era un ottobre insolitamente piovoso anche per Bergamo, quello del 1810, quando il celebre architetto Giacomo Quarenghi approdò nuovamente alla sua terra natale. Si lasciava alle spalle le nevi ormai tornate abbondanti a San Pietroburgo, ma il gelo che lo attanagliava veniva dal cuore, non dalle membra frustate dall’acqua e dal vento, mentre si affacciava alla carrozza a cavalli, in vista delle mura venete arroccate sul colle. Da tempo ormai nessun fuoco era più capace di ridargli vigore: da quando l’amata consorte Maria Fortunata Mazzoleni era morta, partorendo il quattordicesimo figlio. Tanti erano infatti i bambini che aveva donato al marito, quasi in muta competizione con le non meno numerose creature di pietra e mattoni, ininterrottamente sfornate dal genio dell’architetto più famoso d’Europa. Poi tutto, all’improvviso, era crollato con la morte della sposa adorata. A poco servì infatti anche la parentesi in terra bergamasca, in quei mesi alla fine del 1810, quando s’illudeva di ritrovare i volti amici e gli affetti di ieri. Quarenghi, rientrato in Italia da poco, non aveva potuto sottrarsi alla commessa di un arco trionfale per quel Napoleone, che pur detestava e dal quale fuggì nuovamente, tornando in Russia, che non volle lasciare, ignorando l’ordine dell’Imperatore francese a tutti gli artisti soggetti alla sua maestà, di rientrare subito dopo l’avvio della Campagna militare in quelle terre gelate. L’orgoglio impediva all’architetto famoso, ormai residente da trentasei anni in un Paese dal clima inospitale, di far «nuovo ed ultimo approdo alla terra di Bergamo», ove trascorrere gli ultimi giorni. Era ormai quasi cieco e aveva soli compagni i ricordi, insieme al rimpianto di non poter mettere piede, come lasciò scritto nei suoi appunti, «in quella nostra Italia ormai desolata, ma sempre Italia e a Bergamo prima, che patria sopra ogni altra abbiamo in cuore». Una ricognizione avvincente della singolare esperienza umana ed artistica del grande architetto, che lasciò nel mondo un’impronta personale unica ed inimitabile di cui l’Italia e Bergamo vanno particolarmente fiere nel bicentenario di morte.
Gli ultimi leoni : come le mura di Bergamo furono salvate : romanzo / Marco Carminati
Bergamo : Grafica & arte, 2016
Abstract: Nell'ultimo decennio del 1700, ai tempi della Repubblica Bergamasca, che ebbe peraltro breve stagione, le Mura venete rischiarono di sparire per mano di una setta segreta giacobina. Nel secondo decennio del 2000, e più precisamente nell'anno di candidatura delle stesse Mura a Patrimonio UNESCO, esse hanno corso nuovamente quel rischio, per un folle disegno terroristico casualmente sventato. Questo romanzo narra le vicende singolari di Bergamo nei mesi controversi e appassionati, in cui il cieco fanatismo avrebbe condannato a morte le Mura gloriose, che vennero però rocambolescamente risparmiate. A scoprire i dettagli dell’antica storia, una studentessa del Conservatorio Donizetti, appassionata di architettura e involontaria testimone di analoghi progetti criminali odierni ai danni delle vecchie Mura cittadine. Un fil rouge costellato di crudeli omicidi e di episodi inquietanti, in cui si incrociano avventurieri e spie, iniziati di logge segrete e abati rivoluzionari, nobili illuminati e poveracci senza pane, ufficiali napoleonici e cortigiane maliarde lega questa vicenda singolare, lunga duecentoventi anni, gettando nuova luce su uno dei monumenti più affascinanti di Bergamo.
Bergamo : Grafica & arte, 2016
Nuova ed.
Bergamo : Grafica e arte Bergamo, 2015
Nueva ed.
Bergamo : Grafica e arte Bergamo, 2015
Neue Ausgabe
Bergamo : Grafica e arte Bergamo, 2015
Nouvelle éd.
Bergamo : Grafica e arte Bergamo, 2015
New ed.
Bergamo : Grafica & arte, 2015
Abstract: Bergamo its history its art is a practical tourist guide to the city’ divided into three sections: Modern Bergamo, Bergamo Alta, the villages and the hills.