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Trovati 22 documenti.

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I Paar di Parre
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Materiale linguistico moderno

I Paar di Parre : protagonisti delle poste in Europa con i Tasso del Cornello (16.- 19. sec.) / Renata Carissoni ... [et al.]

Bergamo : Corponove, 2023

Echi di una storia lontana
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Materiale linguistico moderno

Caroli, Egidio

Echi di una storia lontana : le vicende dei Caroli bergamaschi / Egidio Caroli

Bergamo : Corponove, 2023

Da Bergamo all'Europa
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Materiale linguistico moderno

Bottani, Tarcisio - Taufer, Wanda

Da Bergamo all'Europa : le vie storiche Mercatorum e Priula / Tarcisio Bottani, Wanda Taufer

2. ed. riveduta e ampliata

Bergamo : Corponove, stampa 2023

Abstract: È conservato alla Pinacoteca di Brera il bellissimo dipinto del bergamasco Marco Gotti, Veduta dei Ponti di Sedrina, per la copertina del libro Da Bergamo all'Europa, Le vie storiche Mercatorum e Priula. La pubblicazione riprende e aggiorna la prima edizione, realizzata nel 2007 nel contesto della mostra sulle vie storiche della Valle Brembana, allestita quell'anno sotto i portici di Cornello. L'opera si era posta l'obiettivo di organizzare in forma unitaria e sintetica, ma il più possibile completa, la considerevole mole di contributi di carattere storico, scientifico e descrittivo dedicati all'argomento, fornendo inoltre elementi documentari inediti. La nuova edizione è costruita sulle basi della precedente, di cui conserva buona parte delle immagini e dei testi, ma è caratterizzata da un nuovo impianto grafico e da un'attenta revisione dei contenuti, aggiornati sulla scorta di conoscenze acquisite con nuove ricerche e con il confronto con varie opere edite nell'ultimo quindicennio. Il lettore troverà qui la puntualizzazione di alcune problematiche relative all'origine e alla dislocazione delle principali strade esistenti già nel Medioevo, ne seguirà l'evoluzione nei secoli e si farà un'idea del ruolo da esse svolto nei collegamenti tra la città, la Valle Brembana e le terre d'Oltralpe e del contributo non trascurabile fornito allo sviluppo delle comunità locali. Il libro propone anche una breve rassegna delle vie di accesso da Bergamo alla Valle Brembana attive prima della costruzione della Strada Priula e alternative o integrative alla più nota Via Mercatorum. Si trattava di mulattiere o addirittura di semplici sentieri, che si inoltravano nella valle seguendo a ritroso il corso del Brembo sulle due sponde e superando non senza difficoltà gli impervi ostacoli rappresentati dagli strapiombi della Botta, dalle strettoie di Sedrina, dai serrati del Cornello e da diversi altri luoghi di non agevole accesso. Queste vie basse erano alternative alle vie alte, allora assai praticate, come quelle che superavano i passi del Canto Basso e del Monte di Nese e soprattutto la Via Mercatorum che non si presentava come un tracciato unico e ben definito, ma piuttosto come un insieme di mulattiere che mettevano in comunicazione le valli Seriana e Brembana, tagliando orizzontalmente la Val Serina e raggiungendo il Cornello, da dove la strada, ridotta ad un unico tracciato, si dirigeva verso il culmine delle Orobie, quindi scendeva in Valtellina e proseguiva per le terre dei Grigioni. Definiti alcuni aspetti controversi relativi al tracciato della Via Mercatorum, il libro descrive la nascita e lo sviluppo della Priula, evidenziandone la portata per le comunicazioni tra i territori della Repubblica di Venezia e quelli dei Grigioni, e quindi tra Bergamo e l'Europa, e l'importanza per il progresso economico e sociale delle comunità brembane, senza tuttavia tacerne i limiti e i problemi derivanti da condizioni ambientali e strutturali non favorevoli. L'analisi della viabilità è completata dalla presentazione di una serie di schede di carattere documentario e testimoniale e da altre che illustrano vari luoghi di notevole interesse storico e culturale situati nelle aree di passaggio delle antiche strade, luoghi in cui si condensano alcuni degli aspetti più significativi e peculiari della storia brembana. Il testo è corredato da una serie di 80 immagini a colori, in parte nuove che, oltre a completarne la descrizione, intendono essere uno strumento di stimolo per la riscoperta e la conoscenza dei luoghi descritti e quindi un invito a percorrere, ove ancora fruibili, queste vie storiche. Con l'auspicio che si arrivi al pieno recupero e alla valorizzazione di tutti i numerosi tratti che sono sopravvissuti ai colpi del progresso.

I casoncelli e le paste ripiene bergamasche
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Materiale linguistico moderno

Tropea Montagnosi, Silvia

I casoncelli e le paste ripiene bergamasche : storia aneddoti e ricette / Silvia Tropea Montagnosi

Bergamo : Corponove, 2023

Abstract: Un libro delle meraviglie. Anche solo a sfogliarlo. Oltre 60 immagini a colori a tutta pagina sinistra per accompagnare il testo e non si pensi che siano tutte immagini per ingolosire la gola, niente affatto, sì ci sono, numerose anche quelle, ma iniziamo dalla prima: bella, intensa, significativa. È un dettaglio, «Gesù, con lo sguardo assorto e scostato, porge il pane a Giuda», tratto dall'Ultima cena di Alessandro Allori, commissionata nel 1580 dall'Abate don Callisto Solari del Monastero Valombrosano di Astino, dove tuttora si trova questo capolavoro cosi naturalmente ambientato per epoca e una intensità che oseremmo chiamare mistica. Voltando pagina, un pane con il taglio a croce, dovrebbe meglio dirsi "Il Pane" che «rappresenta il rapporto tra l'uomo e la terra, tra l'uomo e la divinità». Intensità di immagini che accompagna l'intensità bellissima della premessa di Mons. Giulio Dellavite, Segretario generale della Curia di Bergamo. E chi se l'aspettava un monsignore. Titolo: Il cibo consum-attori. Dellavite inizia citando Mario Rigoni Stern che nella ritirata di Russa del1943 si trovò sfinito e solo a bussare a una porta, lui col fucile, dentro soldati con stella rossa e fucile. È la morte... No mangiano. Una donna gli porta latte e miglio in una ciotola. Non serve un commento. Sì, ma il casoncello? Ecco delle mani in pasta ad accompagnare la scritta storica "Ravioli e tortelli, un'invenzione medievale", di Massimo Montanari, professore emerito dell'università di Bologna, scritto assai documentato e di attraente lettura. Fra grandi foto di tortelli impastati, riempiti e pronti, il frontespizio del libro del 1942: La scienza in cucina, L'arte di Mangiar Bene di Pellegrino Artusi (790 ricette). Ecco poi il testo di Giulio Orazio Bravi, già direttore della Biblioteca Civica Mai: "«Farina e uova per far ravioli», Prima attestazione della specialità culinaria in un documento bergamasco del 1187". Interessantissimo excursus storico, più di 800 anni di storia, con 12 titoletti a dire la varietà dello scritto che inizia con "Una controversia tra canoniche: Il processo De Matricitate". Storica e interessante controversia tra i canonici di San Vincenzo e i canonici di Sant'Alessandro che si contendevano il titolo di Chiesa Madre. Tra le grandi foto la cattedrale e le iconostasi. Eccoci al testo dell'autrice del libro Silvia Tropea Montagnosi, laureata in giurisprudenza, giornalista, scrittrice e gastronoma, ideatrice del "De Casoncello", tre giorni di eventi che si tengono a Bergamo in Città Alta. Il suo lungo testo: "I casoncelli e le paste ripiene bergamasche. Storia aneddoti e ricette", narra le radici di quello che è il più antico piatto identitario del territorio che utilizza ingredienti locali, ma anche quelli arrivati con le stratificazioni e le contaminazioni che la storia porta necessariamente con sé. Un piatto che nelle sue varianti racconta la storia del territorio e delle singole famiglie. Un intreccio che dona risultati diversi, ma sempre piacevoli al palato. In questa analisi sono stati essenziali i contributi delle personalità sopra citate, ma anche i racconti delle persone incontrate, dei cuochi e i "Diari di famiglia". Quaranta le ricette presenti, illustrate da Marco Mazzoleni, per una preparazione che richiede lavoro e precisione, ma anche orgoglio e passione; tutte caratteristiche della gente bergamasca. Ricette di paste ripiene: dalla più antica a stampa, alle storiche, a quelle contenute nei "diari" di famiglia, per finire con le gustose rivisitazioni dei cuochi di storici ristoranti. Oltre alle 60 belle illustrazioni, non perdetevi i risguardi: una estesa panoramica di Bergamo dalle mura in su.

11 Concorso di Fiabe nel bosco
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Concorso di Fiabe nel bosco <11. ; 2023>

11 Concorso di Fiabe nel bosco : anno 2023 / [a cura di Mariateresa Zuccali, Silvana Sonzogni, Caterina Zuccali ; illustrazioni delle prime fiabe classificate Laura Bono]

Bergamo : Corponove, 2023

Testimonianze partigiane
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Genini, Giovanni

Testimonianze partigiane : storie vere della resistenza vissute da Giovanni Genini : il partigiano «Gena» di Brembilla / Giovanni Genini ; Mario Genini (cur.)

Bergamo : Corponove, 2022

Abstract: Nella prefazione del libro, così scrive il figlio del Partigiano "Gena", Mario Genini: «Due Febbraio 2011, il Partigiano Gena lasciava la sua vita terrena per rimanere nei ricordi di chi lo conobbe. Era Mio Padre. Scrisse i suoi ricordi del periodo Partigiano dal 1944 al 1945 e li dedicò a suo padre Giovanbattista che non lo osteggiò nelle sue scelte di Partigiano anzi, lo aiutò in quel terribile periodo, pur sapendone i rischi. Durante la sua ricerca, avvenuta negli anni '80, io avevo intuito ciò che stava facendo ma non ne capii l'importanza... Inn alcune occasioni non lo assecondai, quasi lo osteggiai. Solo dopo quattro anni dalla sua morte, curiosando nelle sue cose personali, trovai la sua ricerca ma non vi diedi molta importanza, perché ancora una volta non capii il lavoro e lo sforzo compiuti nel raccogliere le testimonianze, le fotografie dei luoghi della sua Resistenza Partigiana. Una ricerca svolta con assiduità e costanza da un uomo che non era uno scrittore, ma un narratore della propria vita vissuta. Escludendo il periodo Partigiano e la vita lavorativa, ho saputo poco della sua giovinezza, forse perché troppo impegnato a portare avanti ciò che lui e mia madre avevano realizzato con duro lavoro. Sono passati dieci anni da quel 2 febbraio 2011. Sempre più forte ho sentito la necessità morale di divulgare la sua ricerca, trasformandola in un libro che racconta la vera storia del suo periodo Partigiano, con i ricordi e le testimonianze di personaggi che hanno vissuto la resistenza. Le interviste raccolte dai testimoni in vita sono avallate da filmati, anch'essi girati da mio padre durante la ricerca. Il libro rispecchia la sua ricerca e il suo pensiero, così com'è stato scritto da lui, senza correzioni, senza influenze politiche perché, come lui ha sempre sostenuto, il Partigiano combatteva per la libertà e non per la politica». Così scrive il Partigiano "Gena" all'inizio delle sue Testimonianze. Ognuno di noi ha vissuto la propria storia partigiana, ma non conosce le vicende personali degli altri, in quanto i vari fatti avvennero in luoghi diversi. Interessante fu per me apprendere dai libri sulla Resistenza, fatti che altrimenti non avrei mai conosciuto e così cercavo di immaginare, mentre leggevo, i luoghi dove avvennero gli episodi descritti. Ebbi però anche delusioni, perché mi accorsi che in alcuni casi, gli insuccessi furono superiori ai successi, mentre molte volte, le azioni si erano risolte in semplici scaramucce. Spesso si doveva fuggire di fronte ai rastrellamenti, in quanto i partigiani erano acquartierati, per ordine dei comandanti, in luoghi abitati dalla popolazione montanara, senza la possibilità di sganciamento nel caso di attacco nemico. Fu così che molti persero la vita (sia partigiani, che civili), mentre tutto ciò poteva essere evitato, con una maggiore preparazione dei capi partigiani. Visitando in seguito quei luoghi, rimanevo deluso perché non corrispondevano all'immagine che la mia fantasia aveva costruito leggendo soprattutto il libro intitolato "La Resistenza in Valle Brembana". Sia chiaro pertanto, che il mio giudizio negativo sui comandanti, riguarda unicamente Gastone per la 86ª Brigata Garibaldi e Tiragallo (Ratti) per la Brigata G.L. 24 Maggio. Ecco perché ho desiderato che la storia da me vissuta, fosse in parte visiva, evitando al lettore l'errore di una immaginazione non aderente alla realtà. Dato il tempo trascorso, non sono riuscito ad avere tutte le testimonianze che potessero convalidare quanto da me raccontato. Dai pochi ancora in vita, ebbi testimonianza scritta e filmata, mentre altri si rifiutarono di testimoniare, delusi di non aver avuto alcun riconoscimento (si trattava di partigiani effettivi). Di altri si erano perse le tracce. Mi limiterò quindi a raccontare quella che è stata la mia modesta esperienza personale, documentata solo in parte». Il libro è completato da un indice delle testimonianze documentato e da un elenco dei nomi.

Oltre il Colle
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Bonaldi, Cristian

Oltre il Colle : Zambla alta, Zambla bassa; Zorzone : la storia, la vita, le chiese, le miniere, l'agricoltura, il turismo, l'incomparabile bellezza, quattro diverse radici, un unico albero / Cristian Bonaldi

Bergamo : Corponove, 2021

Abstract: Cristian Bonaldi Che bella idea ebbero i primi abitanti di Oltre il Colle a scegliersi questo approdo montano fra cielo e roccia, trionfi di aurore, tramonti e la musica di notti stellate, fra le vette più alte delle Prealpi Lombarde, fra boschi di pini e di faggii, su distese di prati che, in alta quota, diventano un giardino botanico di fiori tra i più rari della flora alpina. La bellezza fu il motivo secondario per accettare di riprendere in mano il libro di Cristian, interrotto d'improvviso lasciando tutti costernati. Motivo primario fu il rapporto di collaborazione con i due precedenti libri di Cristian, "C'era una volta" 1 e 2, quasi premessa a questa bimillenaria storia di Oltre il Colle, che inizia da Plinio il Vecchio. Narra Plinio delle miniere di calamina nella terra di Bergamo, che si estraeva nel distretto minerario di Dossena-Oltre il Colle. Era già vasto lo sfruttamento delle miniere di Arera e Vaccareggio del popolo etrusco, dei Galli Cenomani, poi dei Romani, che deportarono i "damnati ad metalla" tramite i quali forse giunsero qui le prime radici cristiane. Ci stupisce apprendere che nel Medioevo, quando i vescovi sedevano in cattedre d'avorio col pastorale in pugno e la spada al fianco, il vescovo di Bergamo era feudatario dall'Arera, al Branchino, al Vedro, al monte Menna con diritto esclusivo di caccia dell'orso e del camoscio. Si dia uno sguardo al dettagliato indice per vedere l'intrecciarsi con la storia nazionale, sempre vista nella prospettiva locale, e ci si soffermi si commoventi volti dei giovani soldati che partirono con un sorriso buono. per non più tornare. Non meno commovente il ricordo dei minatori che persero la vita in miniera, in un partecipe delineare la loro identità umana. Se è vero che non si dà aristocrazia senza antichità, Oltre il Colle può vantare l'antichità della chiesa di Grimoldo costruita nel 1363, ampliando una cappella risalente al 1250. Un'aristocrazia anche d'animo e di umiltà nel carattere e nel lavoro di uomini e donne, nella fatica dei campi, dell'allevamento, delle miniere, che esigevano anche la fatica dei ragazzi a trasportare il materiale grezzo alla laveria, dove le taissine, con ogni intemperia, lo cernevano e lavavano in vasche d'acqua, oltre ad accudire i figli, rigovernare la casa e gli animali, lavorando "da stelle a stelle", da quelle del mattino a quelle della notte. Un'aristocrazia nell'aprirsi al turismo, allo sport, alla bellezza delle salite, alla passione per la musica e alla fede profonda nell'edificare chiese e cappelle, innalzando la Croce sulle vette più alte, salendovi forse come i biblici patriarchi per parlare con Dio. Oltre il Colle non è un luogo anonimo, è un luogo con un volto plasmato nei secoli dai suoi abitanti e nei millenni dalla meravigliosa natura. La poetessa Mary Oliver scrive: «Presta attenzione, sii attonito, raccontane». Così ha fatto Cristian: ha prestato attenzione, si è stupito, ha raccontato la bellezza e la storia di Oltre il Colle. Era poco più che un ragazzo Cristian, non aveva ancora 45 anni. Una domenica sera ha posato la penna e ha spento il computer. Il "suo" libro di Oltre il Colle poteva dirsi quasi finito, almeno nella sua prima stesura storica. Sua figlia Chiara lo avrebbe letto come prezioso bagaglio per varcare più sicura la soglia del futuro. Era la domenica 28 giugno dell'anno del Signore 2020. Andando a dormire a notte inoltrata, forse Cristian avrà pensato all'esigente Vangelo di quella domenica: «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me...Ma chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli... non perderà la sua ricompensa». Quanti bicchieri d'acqua fresca aveva donato Cristian con i suoi libri! S'avviò verso il riposo della notte stellata, l'ultima sua notte terrena. Un incanto le foto di Marco e Gina con paesaggi più volte ritratti con lo stesso spirito con cui Monet dipinse le sue 38 cattedrali di Rouen.

Carona: gli anni della rivolta
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Pianetti, Denis

Carona: gli anni della rivolta : la tormentata vicenda di due chiese e una comunità / Denis Pianetti

Bergamo : Corponove, 2021

Abstract: Denis Pianetti, autore ben conosciuto soprattutto per il successo del suo libro "Cronaca di una Vendetta - La vera storia di Simone Pianetti", districandosi con perizia tra la miriade di documenti, lettere, relazioni, ingiunzioni, articoli di giornale, ha saputo delineare una storia quasi dimenticata, una storia travagliata di Carona e della sua gente, cogliendone le complesse dinamiche, evidenziando i caratteri dei principali protagonisti, facendoli rivivere e agire in queste pagine a distanza di oltre un secolo. Era il 12 giugno 1921. Alla presenza del Vescovo di Bergamo Mons. Luigi Maria Marelli, fu consacrata la nuova chiesa parrocchiale di Carona, antico borgo alpestre situato lungo il fiume Brembo tra le montagne dell'alta Valle Brembana, un evento comune ad altri paesi, se non che all'origine di quella chiesa vi è una storia particolare. E piuttosto drammatica. Un paese diviso in due, al di là di evidenti lotte fra partiti, decine di carabinieri a sedare sommosse e a proteggere sacerdoti minacciati di morte, battesimi e funerali celebrati "in proprio" da una parte dei parrocchiani, senza la presenza di alcun prete. Una discordia protrattasi per diversi anni, dai primi del Novecento fino ai giorni della consacrazione. Protagoniste due contrade, Fiumenero e Porta: la prima dove sorge l'antica chiesa quattrocentesca, ostile alla seconda contrada, perché con immani sforzi e sacrifici, si è voluta la chiesa grandiosa, quale si ammira oggi. Le divergenze d'animi, giunte al loro culmine fra il 1913 e il 1914, ebbero conseguenze dolorose per l'intero paese, rimasto senza parroco e senza curato, tanto che dovettero intervenire le forze dell'ordine e autorità come l'on. Bortolo Belotti, il Vescovo Radini Tedeschi e il suo successore Marelli. I fatti di Carona - scrive Tarcisio Bottani - vengono contestualizzati nel più esteso ambito della Valle Brembana di quel periodo, focalizzando l'attenzione sulle non facili condizioni delle comunità di montagna, rispetto ai paesi del fondovalle, e in particolare di San Pellegrino. La contesa fu lunga, estenuante, feroce, condotta senza esclusione di colpi, che vede i "ribelli" accanirsi, senza concrete prospettive di successo, contro le autorità religiose e civili, contro i compaesani della parte opposta, tra i quali non mancavano amici e parenti. Si immagini quale sarà stato lo strazio di chi dovette dare l'estremo saluto ai propri cari, non di rado bambini, senza il conforto delle funzioni religiose e senza l'assistenza del parroco. Quale valutazione possiamo dare di questo quarto di secolo di divisioni, dispute e battaglie in cui fu coinvolta la popolazione di Carona? Quale giudizio sulla disperata contesa degli abitanti di Fiumenero per difendere la loro vecchia chiesa? Non c'è dubbio: un giudizio di grande rispetto, al di là della condivisione o meno delle ragioni che essi potevano addurre. Il rispetto che si deve a chi ha avuto la forza di lottare e di pagare di persona, anche a costo di rinunciare al conforto della pratica religiosa, non per qualcosa di attinente all'interesse materiale e individuale, ma per quello che ritenevano il bene comune. Una storia di lotte e di antagonismi, di errori e di pentimenti. La Grande Guerra e la febbre spagnola smorzarono alla fine i toni della rivolta e, dopo anni di tensioni, e di insoliti quanto curiosi episodi, anche gli ultimi ribelli presero la strada del pentimento e della conversione, varcando la soglia della nuova chiesa.

Il Comandante Gastone
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Quarenghi, Cesare

Il Comandante Gastone : partigiani in Val Taleggio / Cesare Quarenghi

Bergamo : Corponove, 2021

Abstract: La Valle Taleggio subito dopo l'8 settembre 1943 vide la presenza delle prime formazioni che diedero un contributo importante alla lotta di liberazione. Le fasi della Resistenza in questa zona sono ripercorse e analizzate da Cesare Quarenghi, che si basa sulla cospicua saggistica, anche recente, prodotta sull'argomento, oltre che sulla memorialistica e su varie testimonianze che ha avuto modo di raccogliere. Vengono così puntualizzati alcuni episodi, chiarite vicende non del tutto lineari e delineate figure dei principali personaggi. Su tutti si staglia quella di Gastone Nulli, per alcuni mesi comandante dell'86ª brigata Garibaldi operante in Valle. Questa figura controversa (che nell'autunno del 1944 scese a patti con i nazifascisti e abbandonò la Valle, sciogliendo la sua formazione, alla fine della guerra fu oggetto di un'inchiesta che lo ritenne colpevole di tradimento e collusione col nemico) viene qui analizzata sotto un'ottica diversa, che ne evidenzia anche l'autonomia di giudizio e le doti di leader quasi carismatico. L'obiettivo dichiarato dell'autore è quindi di appurare chi fosse realmente Gastone e se l'accusa di tradimento è provata o no, ponendosi in alternativa con quanto è stato scritto su di lui in tre quarti di secolo. Si approfondiscono quindi le vicende dell'86? brigata Garibaldi, che operava in quella parte occidentale della Val Brembana con il rilievo del Resegone che divide ed unisce alla Valsassina e al Lecchese. Il suo comandante, Gastone Nulli, già ufficiale del genio e del SIM (Servizio Informazioni Militari), dopo l'8 settembre 1943 e dopo aver preso parte alla prima banda partigiana distrutta in un rastrellamento sul Cancervo il 4 dicembre 1943, passa inverno e primavera a Milano, collegandosi ad un mondo antagonista di ispirazione comunista, stabilendo, lui anticomunista, rapporti di reciproca simpatia. Di forte personalità, punto di riferimento per giovani disposti a darsi alla macchia, Gastone è socievole, convincente, ama i piaceri della vita. La sua autonomia di giudizio lo porta a decisioni che hanno la loro logica e i loro vantaggi, ma sono talora pericolose o addirittura provocatorie per le forze in campo. Così, quando è costretto, per assicurare maggiori risorse alla sua formazione, ad entrare nella 2? Divisione Garibaldina, non saranno pochi i problemi, le frizioni e infine lo scontro che lo porterà a lasciare la brigata a fine novembre 1944 e ad andarsene con il bollo infamante di voltagabbana e di traditore passato ai tedeschi. La vulgata dei racconti resistenziali che riguardano Gastone e la Val Taleggio parte da questo giudizio come da un punto inconfutabile, che, però, a parere dell'autore, è stato assunto in modo piuttosto acritico. L'autore, già preside di un Liceo cittadino, revoca in dubbio questo assioma e crede di poter concludere in modo opposto. Con tutto ciò l'intento non è quello di santificare Gastone del quale, dopo aver riconosciuto le virtù, ci si guarda bene dal voler minimizzare i difetti. Ci si limita a registrare l'improbabilità che Gastone abbia tradito. In questa indagine emergono molte cose: la vita di quel tempo in Val Taleggio, l'atteggiamento di persone che in quella storia hanno avuto ruoli talora di un certo rilievo, le luci e le ombre del comandante Gastone e, inoltre, la filigrana della catena di comando garibaldina, sino all'eccidio con cinque morti compiuto dai garibaldini a Vedeseta il 24 novembre 1944 che è stato per lo più narrato come un fatto fra il fisiologico e il consequenziale... come a dire che Gastone (che pure scampa alla strage) in fondo se l'è andata a cercare! La Resistenza è una parte non secondaria della nostra storia recente; parlarne è certamente importante, fondandosi anche su nuove ricerche, sempre con lo sforzo di meglio capire ciò che è veramente successo, per onorare la Resistenza e restituire la sua verità effettuale a noi oggi e a quelli che verranno.

Esmate
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Pasinelli, Bortolo

Esmate / Bortolo Pasinelli

Solto Collina : Comune ; Bergamo : Corponove, 2021

Abstract: Passeggiando tra le pagine del libro, dedicato alla "piccola patria" Esmate, si resta immediatamente ammirati della sua antica e nuova bellezza che s'affaccia sul versante occidentale del Lago d'Iseo, con vista fin sulle cime dell'Adamello. Un tempo comune autonomo, dal 1928, è frazione di Solto Collina, accrescendone il fascino con la ricchezza dei suoi più svariati e impareggiabili elementi architettonici e naturalistici. Bortolo Pasinelli, studioso .al quale tanto deve la storia locale, in questo suo sesto libro ripercorre la storia millenaria di Esmate, a partire dal 1056, anno del primo documento nel quale certo Giovanni, figlio del fu Martini de Sumate de Solto, chiede ad Ambrogio, vescovo di Bergamo, di avere in concessione delle terre. Come ben scrive nella sua introduzione Raffaella Poggiani Keller, è una storia documentata negli archivi, ancor viva nelle lettere dei suoi abitanti e, più recentemente, nelle immagini in bianco e nero - cartoline, foto di famiglia, riprese di cerimonie pubbliche - che arricchiscono il libro rendendolo memoria comune, quotidiana e perciò particolarmente coinvolgente. Pasinelli segue il suo schema lineare a accattivante: presentazione dei caratteri e valori naturali dei luoghi, la descrizione degli elementi della storia millenaria del borgo (l'architettura con gli edifici più rilevanti, come castello e torri, alle case comuni, alle vie e piazze, ai luoghi delle attività) e delle sue istituzioni. Ripercorre i documenti d'archivio di un borgo aggregato attorno al castello de Dusvico, con una piazza (la plateia de Semate, 1468), con almeno due torri, una dei de Oldratis, l'altra dei de Gualenis, con case dai tetti di piode, di paglia e di coppi. Il paese, dove nel 1473 è attestata un'attività di tessitura della lana e nel 1539 si menziona un edificio del torchio di proprietà della Misericordia, registra dal XVI secolo l'emigrazione di suoi abitanti a Venezia, e, di nuovo, agli inizi del XX secolo la migrazione verso l'America e le Indie. Nel racconto appare evidente l'antica compresenza della comunità cristiana con la società civile, e, pur nella distinzione dei ruoli, lungo i secoli si sente animata in entrambe da un grande amore verso la popolazione e il territorio. Mentre emerge come gli Esmatesi abbiano saputo sviluppare una cultura del lavoro, dell'istruzione, della religiosità, della famiglia e delle relazioni, il sindaco, Maurizio Esti, grato per questo importante lavoro scrive :«È auspicabile che anche oggi ognuno possa e sappia scrivere con amore, nel tempo che gli è dato di vivere, una bella pagina di storia del proprio paese, che apra la strada a un futuro di speranza e di impegno per le nuove generazioni. La seconda parte del volume, ma non seconda alla prima per importanza, illustra la chiesa parrocchiale dedicata a San Gaudenzio, primo vescovo di Novara, e, di seguito, le chiese e cappelle presenti nella frazione di Furmignano (S. Carlo) e sul territorio comunale (Disciplina, S.Rocco, S. Michele e S. Lucia). Ben sintetizza Raffaella Poggiani Keller queste pagine, che, attraverso le visite dei vescovi e i documenti dell'archivio parrocchiale seguono le vicende architettoniche della chiesa maggiore, ne descrive gli arredi liturgici e le opere che la decorano, e, anche, fatti curiosi come la cattiva condotta, nel Cinquecento, dei preti Oldofredi, padre e figlio. Ne emerge una comunità legata sempre alla sua chiesa, fino ai tempi recenti. Introduzione Raffaella Poggiani Keller.

Voci dall'inferno
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Voci dall'inferno : lettere, diari, testimonianze e immagini di soldati della Valle Brembana durante la Seconda guerra mondiale

[Bergamo] : Corponove, 2020

Abstract: Con questa iniziativa editoriale, coincidente con l'80° anniversario dell'entrata dell'Italia nella Seconda guerra mondiale, il Centro Storico Culturale Valle Brembana "Felice Riceputi" ha inteso far conoscere, in particolare ai giovani, la tragica esperienza della guerra, attraverso le testimonianze di tanti soldati della Valle Brembana e dei loro familiari, che ne subirono le conseguenze fisiche e morali. I soci hanno raccolto lettere, diari, memoriali e fotografie di soldati brembani combattenti sui vari fronti o internati in prigionia, curando gli oltre cento testi qui pubblicati, dedicati ad altrettanti soldati, molti dei quali caduti o dispersi. La guerra che emerge da questi testi ha ben poco di epico e glorioso: pressoché assente la retorica della grandezza della patria, trovano spazio la nostalgia del proprio paese e della casa, gli affetti familiari, l'amorevole sollecitudine verso i genitori, la tenerezza delle parole rivolte alla moglie e ai figli piccoli... Trapelano l'angoscia per l'incertezza della propria sorte, la speranza che la guerra abbia presto fine, un forte senso di religiosità, espresso con la raccomandazione di se stessi e dei familiari alla protezione divina. L'elenco dei quasi 700 caduti inserito nella parte conclusiva del volume, oltre che un doveroso omaggio al sacrificio di questi nostri soldati, vuole essere un monito alle giovani generazioni perché riflettano sulle tragiche conseguenze della guerra e si impegnino affinché questi orrori non si ripetano. Parrebbe quasi- - conclude il Professor Tarcisio Bottani, Presidente del Centro Storico Culturale Valle Brembana -, che anche da queste esca pressante e accorato un invito, non nuovo, ma profondo: "Con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto".

La famiglia Tasso e le poste nello Stato di Milano in età spagnola (1556-1650)
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Gerosa, Marco

La famiglia Tasso e le poste nello Stato di Milano in età spagnola (1556-1650) / Marco Gerosa

Bergamo : Corponove, 2019

Abstract: Merito di Marco Gerosa è di aver approfondito un aspetto interessante, ma poco studiato dei Tasso a Milano partendo dal figlio primogenito di Simone, Ruggero Tasso, che il 15 ottobre 1556 ebbe da Filippo II di Spagna, l'autorizzazione a subentrare al padre nel "postarum in dominio nostro Mediolani". La moglie, Lucina Cattaneo fu figura di primo piano nel primo Seicento postale milanese al pari di altre più famose donne della famiglia, che seppero prendere in mano le briglie dell'azienda e della casa in momenti delicati. Uno studio interessante, basato su fonti, per la maggior parte inedite, di archivi lombardi, italiani ed europei, restituendo un affresco il più completo possibile sull'argomento, dove la storia dell'azienda postale tassiana, s'intreccia con le esigenze politiche, istituzionali e sociali del Ducato di Milano, della Corona spagnola e di altre realtà lombarde. Ne scaturisce una storia pienamente immersa nella quotidianità dell'epoca, fra luci e ombre; una storia di persone, di residenze, di patrimoni, di relazioni con la società milanese e goriziana, sino all'infelice epilogo. La storia di un casato aristocratico che presenta qualche affinità con il ceto mercantile.

Poscante
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Materiale linguistico moderno

Bottani, Tarcisio

Poscante : storia e memoria / Tarcisio Bottani ; fotografie di Ettore Ruggeri ; edizione promossa dalla Parrocchia di San Giovanni Battista in Poscante

Bergamo : Corponove, 2019

Abstract: Il libro riprende e amplia il precedente "Poscante e dintorni ieri e oggi" del 1996, estendendo l'attenzione ad aspetti nuovi della storia di questo incantevole paese della Valle Brembana, con un apparato iconografico inedito, arricchito da artistiche fotografie di Ettore Ruggeri che valorizzano gli aspetti caratteristici di Poscante e della sua gente, in un felice accostamento fra modernità e tradizione. Un libro ben più corposo del precedente, per dar spazio a nuove ricerche condotte dall'autore in vari archivi che hanno consentito di delineare le vicende relative a Poscante, partendo dal Medioevo. In particolare, dalla consultazione di atti notarili, emerge un quadro abbastanza dettagliato, per quanto non esaustivo, dei rapporti economici e sociali tra le istituzioni locali e i cittadini, sia per l'aspetto civile, sia per quello religioso. È stata inoltre mantenuta ed aggiornata la parte dedicata ai personaggi illustri, così come quella relativa alle leggende, alle tradizioni e alla vita associativa attuale. Edizione promossa dalla Parrocchia di San Giovanni Battista in Poscante.

Il Don Palla
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Iagulli, Michele - Rota Nodari, Cesare

Il Don Palla : 1981-2018 / Michele Iagulli, Cesare Rota Nodari

Bergamo : Corponove, 2018

6. concorso di Fiabe nel bosco
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Concorso di Fiabe nel bosco <6. ; 2018>

6. concorso di Fiabe nel bosco : anno 2018 / [a cura di Maria Teresa Zuccali, Giulia Boffelli ; illustrazioni delle prime fiabe classificate Laura Bono]

Bergamo : Corponove, 2018

Furia del Brembo
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Furia del Brembo : documenti, testimonianze e immagini sull'alluvione del 18 luglio 1987 / a cura del Direttivo del Centro storico culturale Valle Brembana "Felice Receputi"

[Bergamo] : Corponove, 2017

Abstract: Ricordare l'alluvione è suscitare un sentimento comune in chi l'ha vissuta e nelle nuove generazioni, è porsi domande sulle cause naturali e sulle responsabilità umane, è riflettere sul presente, è riprogettare il futuro in un orizzonte vallare e nazionale. I titoli di alcuni capitoli già rievocano scenari di quel drammatico 18 luglio 1987, quando la piena del Brembo devastò i paesi dell'alta e media Valle Brembana, mietendo cinque giovani vittime, due delle quali mai più ritrovate. "Il frastuono della piena sulle rocce incuteva paura, sembrava volesse sradicare la montagna". "Le tombe devastate di Mezzoldo". "Nelle strade fiumi di acqua, terriccio e fanghiglia". "L'ultima foto al ponte romanico prima del crollo". "Massi ed alberi si urtavano da una riva all'altra". "La provinciale inghiottita dal fiume... la galleria artificiale precipitava su se stessa erosa nelle fondamenta dalla furia dell'acqua". "Lo scenario apocalittico". "La chiesetta travolta". "Ricostruire fu occasione di impulso alle attività produttive, di salvaguardia del patrimonio ambientale e di nuovo fervore culturale". Un impulso frenato poi dalla crisi economica e dal progressivo abbandono della montagna.

Quaderni brembani
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Materiale linguistico moderno

Quaderni brembani : anno 2018 / [a cura del] Centro storico culturale Valle Brembana Felice Riceputi

Bergamo : Corponove, 2017

Nicolò Rezzara
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Milesi, Silvana

Nicolò Rezzara : Rerum novarum e arte nuova / Silvana Milesi

Bergamo : Corponove, 2016

Abstract: Storia e Arte di un periodo fervidissimo di cambiamenti, con il crescere dell’industria e delle città. Fu un crogiolo di Rerum Novarum e di Arte Nuova, affascinantissima. In quegli anni dopo l’Unità d’Italia, il vicentino Nicolò Rezzara, precursore dell’Enciclica Rerum Novarum, fu uno dei massimi esponenti del movimento sociale cattolico in Italia. Per trent’anni fu a Bergamo «apostolo infaticabile e incomparabile», fu il buon samaritano che «non passò oltre» davanti alle misere condizioni di contadini e operai, e se ne prese cura. Ebbe stima e collaborazione dai vescovi Guindani e Radini Tedeschi, da don Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni, da Leone XIII e Pio X. Fondò L’Eco di Bergamo e il Piccolo Credito Bergamasco, realizzò la grandiosa Casa del Popolo, oggi sede de L’Eco di Bergamo, in viale Papa Giovanni, tutto al servizio delle sue Opere a favore di operai e contadini (scuole, cooperative, mutualità, sindacalismo, prestito d’onore, case modello).

Quaderni brembani
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Materiale linguistico moderno

Quaderni brembani : anno 2017 / [a cura del] Centro storico culturale Valle Brembana Felice Riceputi

Bergamo : Corponove, 2016

Arlecchino che parla bergamasco
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Locatelli, Eliseo

Arlecchino che parla bergamasco / Eliseo Locatelli

Bergamo : Corponove, 2016

Abstract: "Racconta una filastrocca che il costume di Arlecchino sia nato dalla fantasia di una mamma che lo rimediò dai ritagli di altri costumi più ricchi. Naturalmente questa è solo un'invenzione, ma ricordo una mamma, la mia, che cucì per davvero il costume di Arlecchino al suo bambino. E forse non ebbe neppure la soddisfazione di un sorriso, perché io preferivo mascherarmi da Zorro o da cowboy... Ringrazio ora la mia mamma per avermi insegnato che Arlecchino ha una dignità che va ben oltre l'occasione di una mascherata: vive nel cuore e vive in rapporto al dialogo che si instaura quando va in scena la commedia, spesso rappresentazione stessa della vita. Nasce da qui l'impegno di difendere la verità con questo libro, quasi confidenziale, ricco di sfolgoranti immagini e documenti storici, così da assolvere anche un debito di riconoscenza verso sinceri maestri dai quali ho imparato ad approfondire valide testimonianze del passato per tener vivo il dibattito culturale. La speranza è che il libro sia ben accolto anche da quanti non lo riterranno sempre ortodosso."