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Trovati 4 documenti.
firenze : Le lettere, 2023
Abstract: Il “De vulgari eloquentia”, che risale all’inizio del sec. XIV, è il primo libro scritto sulla nostra lingua, per analizzarne e promuoverne l’uso poetico, quando ancora non esistevano dizionari e grammatiche dell’italiano, e la nostra letteratura era agli inizi. Dante, appena uscito dall’esperienza dello Stil novo, cominciò (lasciandolo tuttavia incompiuto) questo mirabile trattato, nel quale la tematica propriamente linguistica si collega in maniera affascinante all’universo delle conoscenze medievali, alla religione, alla storia dei popoli, alla filosofia, alla teologia, alla poesia, ai movimenti letterari e anche all’assetto politico dell’Italia. Il linguaggio, dunque, viene collocato al centro di una rete di rapporti con tutte le forme della cultura e della vita sociale. Dante, glottologo ante litteram, mostra inoltre di avere sensazionali intuizioni relative ai principi del mutamento delle lingue nello spazio e nel tempo, e, con formidabile spirito di osservazione, delinea un rapido ma efficace quadro della varietà linguistica nella penisola italiana. Questo libro dantesco fonda, attraverso la lingua, la tradizione letteraria del nostro paese. I curatori hanno affiancato al testo latino una traduzione moderna e scorrevole, corredata da un breve commento e preceduta da due saggi introduttivi. Il primo di questi saggi è dedicato alle alterne fortune del “De vulgari eloquentia” nella cultura italiana: quest’opera, infatti, dal Rinascimento in poi, ha suscitato imprevedibili polemiche; il secondo saggio descrive i caratteri del latino medievale usato da Dante.
De vulgari eloquentia / Dante Alighieri ; a cura di Mirko Tavoni
Milano : Mondadori, 2017
Abstract: «Se non avesse scritto la Commedia, con ogni probabilità Dante sarebbe passato alla storia come grande lirico e come grande linguista. Le ricerche sul campo e le teorizzazioni intorno alla lingua, incentrate sull'idea esclusivamente sua della storicità e, quindi, della continua mutevolezza delle lingue parlate, sono di una modernità che suscita ammirazione. E ammirazione suscita anche la preveggenza quasi profetica con la quale Dante scommette che una lingua frammentata in una miriade di dialetti e utilizzata tutt'al più per un uso letterario specialistico possa diventare la comune lingua di cultura.» (Marco Santagata)
Ristampa anastatica
Spoleto : Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2010
De vulgari eloquentia / Dante Alighieri ; introduzione, traduzione e note di Vittorio Coletti
8. ed
Milano : Garzanti, 2009
Abstract: Studio critico della storia letteraria del Duecento, l'opera è un contributo al dibattito che vedeva contrapposti il latino e il volgare italiano. Dopo aver affrontato l'origine del linguaggio, il suo dar forma alle lingue, il loro suddividersi in idiomi e dialetti, Dante spiega le ragioni della sua avversità alle parlate regionali e propone che, in mancanza di un idioma unitario, sia affidata agli scrittori un'opera di raffinamento della lingua viva, che sappia cogliere il meglio emerso nella produzione letteraria italiana: è il primo tentativo di dare dignità e struttura formale all'italiano nel suo farsi lingua.