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Orbis sensualium pictus ovvero Immagine e nome di tutte le principali cose del mondo e delle attività della vita
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Materiale linguistico moderno

Komensky, Jan Amos

Orbis sensualium pictus ovvero Immagine e nome di tutte le principali cose del mondo e delle attività della vita / Giovanni Amos Comenio ; a cura di Ginevra Quadrio Curzio

Milano : La Vita Felice, 2023

Abstract: Uscito con testo bilingue in latino e tedesco a Norimberga nel 1658, l’Orbis sensualium pictus ebbe subito grandissimo successo e diffusione. Cogliendo e rendendo produttivo il nuovo ruolo dell’immagine nello sviluppo e nella diffusione del sapere moderno, l’opera ha a suo tempo rivoluzionato e influenzato profondamente l’istruzione scolastica in Europa e testimonia di una concezione pedagogica che collega l’apprendimento della lingua alla trasmissione delle più importanti nozioni sul mondo e sulle cose. Facendo leva sull’efficacia comunicativa immediata delle immagini, mette in connessione il mondo percepito attraverso i sensi e l’ambito delle parole. Oggi difficilmente reperibile, questo libro fa da ponte, come nota Benjamin nel saggio qui riprodotto in appendice, tra il mondo del Barocco, con la sua fascinazione per geroglifici ed emblemi come segnature di un sapere esoterico, e il ruolo fondante dell’immagine in una concezione moderna e scientifica del sapere secondo cui «nulla è nell’intelletto che non sia prima stato nei sensi».

Inni cristiani d'Occidente
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Materiale linguistico moderno

Inni cristiani d'Occidente : l'innario della Liturgia horarum iuxta Ritum Romanum, editio typica altera / a cura di Federico Giuntoli

Torino : Einaudi, 2023

Abstract: Questo «Millennio» rappresenta la prima edizione integralmente tradotta dal latino, annotata e con apparati filologici, di un’ampia selezione dell’innografia cristiana d’Occidente costituitasi a partire dal IV secolo e proseguita poi in età moderna fino ai nostri giorni. Si tratta dei testi entrati nella Liturgia horarum iuxta Ritum Romanum, cioè nel corpus approvato e utilizzato nella liturgia delle Ore dalla Chiesa cattolica di rito romano. A parte Ilario di Poitiers, della cui produzione sono stati tramandati solo sparuti inni frammentari, il più antico innografo è sant’Ambrogio, vescovo di Milano, operante negli ultimi decenni del IV secolo. I suoi testi poetici e quelli dei primi secoli dell’innografia cristiana sono preghiere in metrica latina, ma con caratteristiche già volte a ritmi di indole più popolare. Gli inni cristiani d’Occidente coniugano forme della poesia latina classica con i temi e i contenuti più cari al Cristianesimo. Per questa mescolanza di sacro e profano non hanno avuto vita facile in alcuni periodi, soprattutto nell’alto Medioevo, avversati talvolta dagli ordini monastici più rigidi e anche dalle autorità ecclesiastiche, che in certe fasi storiche ritenevano solo la parola di Dio, dunque solo Antico e Nuovo Testamento insieme, degna di essere pronunciata o cantata nella liturgia. Ciò nonostante, la tradizione innografica si è via via consolidata, anche per la sua grande forza di coinvolgimento dei fedeli. Ed è interessante vedere come gli inni cambino il loro aspetto letterario nel corso dei secoli. Per esempio nel Rinascimento, a parte il ricorso a forme metriche più eleganti e ricercate, entrano in gioco addirittura personaggi della mitologia classica accanto alle figure della religione cristiana. Dunque la stratificazione del corpus innografico è arrivata a contenere tutti gli aspetti della spiritualità e della devozione cristiane assunti nel trascorrere dei secoli, nelle forme che la sensibilità culturale dei vari periodi storici ha richiesto. Nel XVII secolo gli inni vengono ordinati e attentamente revisionati da una commissione istituita da papa Urbano VIII. Questa fase di assestamento è anche il momento in cui avvengono gli ultimi ingressi di rilievo nel corpus, che comunque ha continuato, seppur più sporadicamente, ad arricchirsi fino al Concilio Vaticano II. Il volume è curato da Federico Giuntoli, che già è stato fra i curatori della “Bibbia” nei «Millenni» (ora anche in edizione economica). Oltre al delicato lavoro di traduzione, ha cercato di attribuire ogni inno al suo autore e di descrivere i processi editoriali delle singole tradizioni testuali. Completano il volume una serie di indici e un ricco apparato iconografico: ogni inno viene infatti illustrato con gli incipit delle sue notazioni gregoriane originali, e undici tavole fuori testo riproducono pagine di innari e antifonari da manoscritti medievali.

De vulgari eloquentia
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Materiale linguistico moderno

Alighieri, Dante

De vulgari eloquentia / Dante Alighieri ; traduzione e saggi introduttivi di Claudio Marazzini e Concetto Del Popolo

firenze : Le lettere, 2023

Abstract: Il “De vulgari eloquentia”, che risale all’inizio del sec. XIV, è il primo libro scritto sulla nostra lingua, per analizzarne e promuoverne l’uso poetico, quando ancora non esistevano dizionari e grammatiche dell’italiano, e la nostra letteratura era agli inizi. Dante, appena uscito dall’esperienza dello Stil novo, cominciò (lasciandolo tuttavia incompiuto) questo mirabile trattato, nel quale la tematica propriamente linguistica si collega in maniera affascinante all’universo delle conoscenze medievali, alla religione, alla storia dei popoli, alla filosofia, alla teologia, alla poesia, ai movimenti letterari e anche all’assetto politico dell’Italia. Il linguaggio, dunque, viene collocato al centro di una rete di rapporti con tutte le forme della cultura e della vita sociale. Dante, glottologo ante litteram, mostra inoltre di avere sensazionali intuizioni relative ai principi del mutamento delle lingue nello spazio e nel tempo, e, con formidabile spirito di osservazione, delinea un rapido ma efficace quadro della varietà linguistica nella penisola italiana. Questo libro dantesco fonda, attraverso la lingua, la tradizione letteraria del nostro paese. I curatori hanno affiancato al testo latino una traduzione moderna e scorrevole, corredata da un breve commento e preceduta da due saggi introduttivi. Il primo di questi saggi è dedicato alle alterne fortune del “De vulgari eloquentia” nella cultura italiana: quest’opera, infatti, dal Rinascimento in poi, ha suscitato imprevedibili polemiche; il secondo saggio descrive i caratteri del latino medievale usato da Dante.

Academica
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Cicero, Marcus Tullius

Academica : l'arte del dubbio / Marco Tullio Cicerone ; introduzione, traduzione e commento di Daniele Di Rienzo

Milano : Rizzoli, 2022

Abstract: Il dolore per le proprie perdite e la constatazione di trovarsi di fronte a una politica fatta di maneggi, dalla quale egli è escluso, sono i sentimenti che spingono Cicerone al ritiro e alla composizione di opere filosofiche, tra cui gli Academica, dedicati alle principali teorie gnoseologiche tra le scuole del tempo. Servendosi della formula del dialogo, Cicerone si interroga, con intellettuali come l'erudito Varrone e il generale Lucullo, sull'importanza del dubbio da esercitare contro il dogmatismo, sul concetto di vero e di falso, sulla definizione di saggio e sulle influenze dello scetticismo nell'Accademia platonica. Una fonte documentaria imprescindibile per la ricostruzione della storia del platonismo dal III al I secolo a.C. e per le notizie sulle altre principali scuole filosofiche, da quella scettica alla stoica. La storia travagliata dell'opera - composta e poi riscritta in breve tempo - non ci impedisce di apprezzare l'erudizione di Cicerone nel citare personaggi, dottrine e filosofi a lui contemporanei, di cui l'apparato di commento riporta approfondimenti del contesto storico-culturale in grado di soddisfare la curiosità del lettore moderno

La guerra civile
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Petronius Arbiter

La guerra civile / Gaio Petronio Arbitro ; a cura di Stefano Costa

Milano : La vita felice, 2022

Abstract: Contenuto nel Satyricon, il Bellum civile è un passo in esametri sulla guerra civile tra Cesare e Pompeo che si trova in un ambiguo rapporto con il contemporaneo poema di Lucano dedicato allo stesso argomento. Indefinibile con certezza come parodia, riscrittura, polemica o omaggio, resta comunque un documento interessante quale espressione del gusto letterario medio dell’epoca neroniana e quale prodotto dell’eccentrico e sfuggente genio di Petronio.

Vita di Virgilio
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Donatus, Aelius

Vita di Virgilio / Elio Donato ; a cura di Mario Lentano

Milano : La vita felice, 2022

Abstract: La tradizione biografica su Virgilio ha iniziato a formarsi quando il grande poeta latino era ancora in vita e non ha smesso di arricchirsi nei secoli successivi alla sua morte. Quasi al tramonto del mondo antico, l'insigne grammatico Elio Donato raccoglie i frutti di questa lunghissima tradizione in una Vita che aveva originariamente la funzione di introdurre il suo commento integrale ai testi virgiliani, oggi quasi totalmente perduto. Ne risulta un'opera affascinante, ricca di dettagli altrimenti inediti sull'autore dell'Eneide e capace di restituire, dietro il mito letterario, l'immagine dell'uomo. In appendice Vita di Servio, Vita di Probo, Vita di Foca.

Elegie. 2: Libri 3.-4.
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Propertius, Sextus

Elegie. 2: Libri 3.-4. / Properzio ; a cura di Paolo Fedeli

Milano : Mondadori, 2022

Abstract: La fama delle Elegie di Properzio è legata all'immagine della loro destinataria, Cinzia, la donna dell'autore, che viene disegnata nei primi due libri: indifferente, «implacabile nel costringere lo spasimante a un duro seruitium », amante esagerata di trucchi e belletti, volubile e incostante, «insensibile nei confronti del poeta persino nei momenti di suo grave pericolo», pronta ad abbandonarlo per un nuovo, magari ricco, corteggiatore. In realtà, Cinzia è un personaggio letterario, che vive all'interno di una tradizione: «irreprensibile matrona», ma anche meretrice sfrenata, e infine docta puella che legge e giudica, «da imparziale critica letteraria», la poesia di Properzio, ed è capace di scrivere versi suoi «che rivaleggiano con quelli di Corinna». Cinzia è un tipo che il poeta trasforma in mito cangiante. Qualcosa, tuttavia, cambia negli ultimi due libri della raccolta, contenuti in questo volume. Alla fine del libro II, Properzio aveva annunciato la clamorosa rottura con Cinzia. Il libro III, quasi a segnalare la svolta, inizia con una solenne invocazione alle Muse e l'iscrizione della propria poesia alla scuola di Callimaco e di Filita. Immersi in un'aura sacrale, vediamo il poeta presentarsi ora come sacerdos e inuentor , «traduttore» in latino della tradizione greca mediante l'inserzione di «temi italici in un panorama che resta sostanzialmente ellenistico»: «Mani di Callimaco e sacri riti di Filita di Cos, / vi prego, lasciatemi entrare nel vostro boschetto! / Io per primo, sacerdote d'una fonte pura, / porto i mistici emblemi italici nelle danze greche». Basta però giungere sulla soglia del libro IV per assistere a un ulteriore cambiamento di tono e di poetica. «Canterò i riti, gli dèi, i nomi antichi dei luoghi», proclama Properzio nell'elegia che apre quel libro. Riconosciuto il magistero di Virgilio, egli muove ora verso la poesia eziologica, celebrativa dei primordi di Roma a esaltazione delle glorie augustee del presente. Così, le Elegie ampliano il loro registro, fondando un genere nuovo e una nuova poetica; diventano una silloge tutta originale di amore per una donna e di amore per Roma, le sue radici, la sua storia, la sua potenza.

Le troiane
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Materiale linguistico moderno

Seneca, Lucius Annaeus <4 a.C.-65>

Le troiane / Seneca ; saggio introduttivo, nuova traduzione e note a cura di Alfredo Casamento

Santarcangelo di Romagna : RL, 2021

Abstract: Una donna entra in scena, schiacciata dagli innumerevoli lutti e dal crollo di un regno, che il suo corpo piegato s'incarica di rappresentare. È Ecuba, ultima sovrana del grande impero troiano. La lunga notte di Troia si è appena conclusa; l'alba di un nuovo giorno, offuscato dal fumo degli incendi, segna l'avvio del dramma. La guerra è finita, i Greci hanno vinto, ma i pesanti rovesci di fortuna imposti ai Troiani non cessano di imporre ulteriori sofferenze. La principessa Polissena e il piccolo Astianatte, il figlio prediletto di Ettore, dovranno morire; le prigioniere troiane, protagoniste indiscusse di canti dolenti, partiranno presto alla volta della Grecia, schiave di odiosi padroni. Intorno a questi fili narrativi, sottilmente tramati, si svolge un dramma potente, che riflette sull'orrore della guerra, su esili speranze destinate ad essere sopraffatte, sul carico di mali che incombe sui vinti, nuovi migranti della Storia.

I Cesari
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Materiale linguistico moderno

Ausonius, Decimus Magnus

I Cesari / Decimo Magno Ausonio ; a cura di Stefano Costa

Milano : La vita felice, 2022

Abstract: Come le sette virtù e i sette vizi, gli Apostoli e le porte di Tebe, le piaghe d'Egitto, le meraviglie, i re di Roma fino forse ai segni zodiacali e ai mesi dell'anno, i dodici Cesari appartengono più alla tradizione (per non dire alla leggenda) che alla storia. Cesare, Augusto, Tiberio entrano a volte in una dimensione quasi da filastrocca insegnata (ancora, si spera) alle scuole elementari, [...] strappandoli alla loro complessità storica, biografica e psicologica.

Il principe
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Machiavelli, Niccolò

Il principe / Niccolò Machiavelli ; con traduzione a fronte in italiano moderno di Carmine Donzelli ; introduzione e commento di Gabriele Pedullà

Roma : Donzelli, 2022

Abstract: Chiosato, interpretato, adattato e spesso anche violentato, Il Principe ha troppo spesso finito per smarrire la propria fisionomia e assumere quella dei suoi ammiratori o detrattori. Questa edizione nasce precisamente dall'auspicio di favorire una nuova intimità con un grande classico più citato che letto, anzitutto giovandosi di una versione in italiano moderno appositamente realizzata da Carmine Donzelli. La traduzione accompagna, a fronte, il testo originale del Principe, mantenendo il procedere spezzato, le peculiarità e - diciamolo pure - la bellezza della prosa machiavelliana, ma al tempo stesso scioglie gli inevitabili ostacoli linguistici e permette di avvicinarsi al testo senza le consuete difficoltà della prima lettura. Alla traduzione di Donzelli si aggiungono un commento in nota e un'introduzione di Gabriele Pedullà, che, liberati del compito di spiegare la lingua e sciogliere il significato di un italiano che non ci è più familiare, seguono il filo delle teorie politiche e del retroterra storico e letterario del pensiero machiavelliano, illuminandone tutta la straordinaria forza concettuale e i legami con la cultura del tempo.

Commento alle Orazioni di Cicerone
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Materiale linguistico moderno

Asconius Pedianus, Quintus

Commento alle Orazioni di Cicerone / Asconio ; a cura di Bernardo Santalucia

Venezia : Marsilio, 2022

Abstract: Quinto Asconio Pediano è il più importante esegeta antico delle orazioni di Cicerone. Di lui ci rimane il commento, scritto in età neroniana, a cinque discorsi (due senatorii e tre giudiziari) dell'Arpinate: In Pisonem, Pro Scauro, Pro Milone, Pro Cornelio, In toga candida. Composto nella forma del commentario lemmatico, in un linguaggio semplice e scorrevole, l'apparato asconiano, qui per la prima volta tradotto in italiano, illustra le orazioni di Cicerone non tanto dal punto di vista linguistico quanto da quello storico-giuridico, gettando viva luce su alcuni momenti delicati e importanti della storia di Roma repubblicana e fornendoci numerose notizie non trasmesse da altre fonti. Da sottolineare, al riguardo, la grande affidabilità dell'autore, che non di rado fonda il suo commento sulla diretta consultazione di autorevoli documenti d'archivio (quali gli Acta Publica, ove era data notizia degli avvenimenti di interesse pubblico e dei fatti della vita politica della capitale) e su testi di cronaca contemporanea di difficile reperimento (come l'Expositio consiliorum suorum, il "diario segreto" scritto da Cicerone in difesa della sua azione politica).

Liber potheris communis civitatis Brixiae
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Liber potheris communis civitatis Brixiae : Historiae patriae monumenta, tomus 19, Torino 1899 / a cura di Francesco Bettoni Cazzago, Luigi Francesco Fè d'Ostiani

Ceto : Società storica e antropologica di Valle Camonica, 2021

Abstract: Ristampa del Liber potheris communis civitatis Brixiae pubblicato nel 1899 a cura di Francesco Bettoni Cazzago e Luigi Francesco Fé d'Ostiani nel volume XIX della collana Historiae Patriae Monumenta. Introduzione di Luca Giarelli.

La dignità dell'uomo
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Pico Della Mirandola, Giovanni

La dignità dell'uomo / Giovanni Pico della Mirandola ; cura di Raphael Ebgi ; traduzione di Francesco Padovani

Torinio : Einaudi, 2021

Abstract: Nel 1486 Pico scrisse l'introduzione a quelle Conclusiones che avrebbero dovuto essere discusse davanti ai sapienti della Chiesa, ma che finirono invece accusate di eresia, come il loro autore. Originariamente senza titolo, il testo venne denominato Oratio de hominis dignitate dall'edizione di Strasburgo del 1504. Dimenticato per più di due secoli, venne riscoperto tra Ottocento e Novecento diventando una specie di manifesto dell'Umanesimo. Ora che le idee ottocentesche e primo-novecentesche sul Rinascimento e certe forzature interpretative dell'Oratio appaiono superate si può rileggere Pico reinnestando il suo pensiero nella temperie teologica della sua epoca. Ma la sua antropologia e la sua idea di cultura restano un vertice della filosofia italiana e continuano ad avere molto da dire anche nel nostro tempo. «In noi risiede una discordia molteplice: ospitiamo in casa nostra gravi conflitti intestini, peggiori delle guerre civili. Soltanto la filosofia morale li terrà a freno e li sederà dentro di noi, se li vorremo rifiutare e aspireremo a quella pace che ci sollevi addirittura all'altezza dei prediletti del Signore. Ma solo se l'uomo che è in noi chiederà anzitutto una tregua ai nemici, allora essa potrà fiaccare le incursioni sfrenate della bestia multiforme e la rissosità del leone, i suoi accessi d'ira, la sua violenza. Se però delibereremo più correttamente nel nostro interesse, ricercando la tranquillità della pace perpetua, allora essa giungerà a esaudire generosamente i nostri voti. Dopo avere ammazzato le due bestie (e sarà come immolare la scrofa sacrificale), la filosofia sancirà un patto inviolabile di santissima pace tra la carne e lo spirito. La dialettica sederà i tumulti della ragione, che si dibatte angosciosamente tra i discorsi contrastanti e la capziosità dei sillogismi. La filosofia naturale placherà le controversie e i dissidi dell'opinione, che strattonano l'anima irrequieta da una parte e dall'altra, fino a lacerarla e farla a brandelli. Ma nel momento in cui li placherà, ci spingerà anche a ricordare che secondo Eraclito la natura ha origine dalla guerra: per questo essa venne denominata "contesa" da Omero. Perciò non possiamo trovare in essa vera pace e stabile quiete». Sicuri, arroccati dietro il muro della propria tradizione. Così vivono gli angusti filosofi. Proprio di autentici amanti del sapere è invece trasgredire i confini di ciò che è familiare e noto, pronti a incrociare le proprie armi - le armi della dialettica - con chi si incontrerà lungo il cammino. Questa ratio philosophandi , dice Pico, non è superflua, ma necessaria. Come se non vi fosse conoscenza qualora il nostro pensiero non si specchiasse nel pensiero altrui, vedendosi come da fuori, in prospettiva - vedendo cioè i suoi limiti, le sue mancanze, e insieme le sue peculiarità. In altri termini, solo incontrando ciò che è diverso, e riconoscendolo come differente, la nostra identità può determinarsi e definirsi. Pico, citando da una pagina talmudica, parla del confronto tra due sapienti come di uno scontro tra due ferri, che nell'affrontarsi si affilano e aguzzano l'uno con l'altro. Da qui l'importanza del dialogo, della curiosità per le altre tradizioni, per quello che le altre tradizioni hanno di unico, di particolare, di differente. Una curiosità che non mira a sopraffare l'altro, ma a metterlo - e a mettersi - in discussione, per condurre infine a una vittoria che sia però portatrice di una possibile armonia, di una futura pace.

Codice di diritto canonico
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Materiale linguistico moderno

Chiesa cattolica

Codice di diritto canonico : testo ufficiale latino, traduzione italiana, fonti, interpretazioni autentiche : testo aggiornato al 15 giugno 2021 / a cura della Redazione di Quaderni di diritto ecclesiale

Ed. riveduta e aggiornata

Milano : Àncora, 2021

Abstract: Questa edizione del Codice di diritto canonico, a cura della Redazione di «Quaderni di diritto ecclesiale», presenta: il testo integrale - latino e italiano - del Codice, aggiornato al 15 giugno 2021, comprensivo della nuova versione del Libro VI, promulgata con la costituzione apostolica Pascite gregem Dei; i rimandi alle fonti dei singoli canoni; le interpretazioni autentiche; l'indicazione degli articoli dell'istruzione Dignitas connubii a lato dei canoni del Libro VII; in appendice: il testo del Libro VI abrogato.

Le nozze delle piante
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Materiale linguistico moderno

Linné, Karl : af

Le nozze delle piante : 1746 / Carlo Linneo ; introduzione Manlio Pastore Stocchi ; traduzione e note Carlo Morello

Sansepolcro : Aboca, 2021

Abstract: Pubblicato in prima edizione a Stoccolma nel 1746 per i tipi di Lars Salvius, il trattato "Sponsalia plantarum" nel frontespizio è accreditato a Johan G. Wahlbom, ma non vi sono dubbi circa la paternità di Linneo, di cui Wahlbom era studente. L'opera ha lo scopo di dimostrare che i vegetali, proprio come gli animali, si riproducono per via sessuale (mediante la fecondazione dei fiori femminili da parte del polline, o pulviscolo, maschile) in contrasto alle più diffuse e accettate teorie dell'epoca. L'aver attribuito una vita sessuale, e dunque organi genitali, alle piante, anche attraverso accostamenti espliciti con la sessualità umana procurò a Linneo un'accusa di blasfemia che rischiò di rovinarne la carriera e la reputazione. Nel dettaglio, lo scritto linneano poggiava su scoperte di botanici a lui quasi coevi come Millington, Grew, Camerarius, Morland, Vaillant, Blair, fornendo tuttavia una serie di contributi originali che nel corso dei decenni successivi all'uscita dell'opera si rivelarono decisivi per l'accettazione da parte della comunità accademica della teoria in essa sostenuta. Soprattutto si tratta di un testo basilare perché proprio sull'osservazione di stami e pistilli si fonda il sistema di classificazione delle piante proposto da Linneo e ampiamente seguito nei secoli successivi (oggi permane, infatti, l'uso di definire una pianta attraverso la pratica nomenclatura binomiale che ne contempla genere e specie). "La fioritura deve essere considerata l'esito di un accoppiamento sessuale e a buon diritto gli antichi sostenevano che il fiore esprimesse la gioia e la passione dei vegetali." (Carlo Linneo).

L'ira
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Materiale linguistico moderno

Seneca, Lucius Annaeus <4 a.C.-65>

L'ira / Seneca ; saggio introduttivo, nuova traduzione e note a cura di Rosanna Marino

Santarcangelo di Romagna : RL, 2021

Abstract: Il "De ira" è una profonda riflessione sull'uomo e le sue passioni affrontata da Seneca con particolare attenzione al legame fra le forme dell'ira e lo strapotere politico e affidata alla forte condanna di tale impulso anche nelle relazioni interpersonali. Legata tanto a un sentimento di vendetta sia per un'ingiuria reale o presunta di cui ci si sente vittima sia per l'indignazione dinanzi alla malvagità altrui quanto a forme dirompenti del potere politico, il furor di tale passione si traduce nell'assoluta mancanza di autocontrollo, nella tensione irrazionale verso uno scopo autodistruttivo e fortemente destabilizzante per l'equilibrio sociale. Quale esperienza politica e morale sia sottesa all'appassionata analisi senecana dell'ira, condannata come fattore di turbamento e di perdita temporanea della ragione che rende incapaci di distinguere il giusto e il vero, traspare da numerosi passi del trattato. Definita come (affectus) maxime ex omnibus taetrus ac rabidus può essere vanificata soltanto dall'orgogliosa vittoria della sapientia nella consapevolezza che tale male non dà all'uomo alcun diritto, neppure quello della memoria poiché ne affiderà il ricordo all'odio. E Seneca in quella sapientia che non dimentica mai sé nell'altro invita a colere humanitatem affinché nulli cadaver nostrum iaceat invisum (ira 3,43,2).

Prefazioni ai Vangeli, 1516-1522
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Materiale linguistico moderno

Erasmus, Desiderius

Prefazioni ai Vangeli, 1516-1522 / Erasmo da Rotterdam ; a cura di Silvana Seidel Menchi

Torino : Einaudi, 2021

Abstract: Erasmo, come è noto, anticipò alcune delle istanze dei riformatori, prima fra tutte la lettura diretta e massimamente diffusa dei Vangeli. Nell'edizione del 1522 dedicata a Carlo V chiese espressamente all'imperatore di promuovere la traduzione dei Vangeli in tutte le principali lingue europee. Però Erasmo volle tenacemente rimanere nell'ortodossia cattolica, e dunque si trovò spesso in posizioni difficili, attaccato da tutte le parti in causa. Le sue prefazioni alle edizioni dei Vangeli si muovono in questa situazione di precario equilibrio, e sono un fondamentale documento del clima di quegli anni. Oltre che un'ulteriore testimonianza della poliedrica bellezza della scrittura di Erasmo, in grado di cambiare registro secondo gli interlocutori mantenendo la stessa forza, la stessa brillantezza ed eleganza. Nelle aree dell'Europa centrale che sarebbero diventate il terreno di radicamento della Riforma il complesso degli scritti di Erasmo incentrati nel Nuovo Testamento o ad esso connessi ebbero una enorme risonanza. Oltre 110 edizioni attestano il successo che singole parti, sezioni, o componenti, di quel corpus di scritti riscossero negli anni cruciali della diffusione delle idee di Lutero. Che essi preparassero il terreno al radicamento della Riforma è un dato accertato. Il ruolo preminente spetta alla Paraclesi. Nel giro di un biennio, 1520-1522, la Paraclesi ovvero esortazione allo studio della filosofia cristiana (Paraclesis id est exhortatio ad Christianae philosophiae studium) irrompe sul mercato di lingua tedesca in quattro traduzioni diverse, per un numero complessivo di dodici stampe e ristampe. (...) Erasmo compose altri appelli che invitano alla lettura della Bibbia, imprimendo loro un analogo fervore. Alcune edizioni "minori" del Nuovo Testamento - volumi leggeri, culturalmente meno esigenti, incomparabilmente meno costosi, rispetto alle maestose edizioni bilingui di Froben - si aprono con apostrofi che esortano il lettore ad abbeverarsi alle «purissime fonti» di Cristo. (...) Il volume che presentiamo riunisce le quattro composizioni a impronta programmatica e intonazione parenetica che corredano edizioni diverse del Nuovo Testamento nonché un'opera ad esso strettamente connessa. «C'è chi non vuole che la gente semplice legga i testi sacri tradotti in volgare. Con costoro mi trovo in robusto dissenso: come se Cristo avesse insegnato cose così astruse da poter essere intese a malapena da tre o quattro teologi, o come se la tutela della religione cristiana consistesse nell'ignoranza della religione cristiana. I misteri dei re, quelli sì, sarà preferibile tenerli occulti; Cristo invece ha voluto che i suoi misteri avessero la massima diffusione. La mia aspirazione è che leggano i Vangeli tutte le donnette, che tutte leggano le lettere di San Paolo. E magari queste pagine fossero tradotte in tutte le lingue di tutti i popoli, così da essere lette e conosciute non solo dagli Scozzesi e Irlandesi, ma anche da Turchi e Saraceni. Conoscere è pur sempre un primo passo. Molti se ne farebbero beffe, lo ammetto; ma alcuni ne sarebbero conquistati. Vorrei che il contadino ne intonasse qualche versetto spingendo l'aratro, che il tessitore ne modulasse qualche passo manovrando le sue spole, che il viandante alleviasse il tedio del cammino con queste storie. Vorrei che tutti i discorsi che intercorrono tra tutti i cristiani ne fossero permeati. Noi siamo, in effetti, tali quali sono le nostre conversazioni quotidiane. Che ognuno capisca quel che può; che ognuno ne ricavi quel che può. Chi sta indietro non invidî chi è in testa; chi è in testa incoraggi chi viene dietro, non abbandoni la speranza. Perché restringiamo a pochi una professione di fede che è comune a tutti?». (Dall'introduzione di Silvana Seidel Menchi)

Sidereus nuncius
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Materiale linguistico moderno

Galilei, Galileo

Sidereus nuncius / Galileo Galilei ; a cura di Paolo Aldo Rossi

Milano : Biblion, 2020

Abstract: La presente edizione, oltre al testo a fronte dell'opera galileiana, offre un'accurata introduzione alle nuove forme del sapere seicentesco e un saggio dedicato al telescopio e al microscopio. (Prefazione, traduzione e note di Paolo Aldo Rossi)

Le consolazioni
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Materiale linguistico moderno

Seneca, Lucius Annaeus <4 a.C.-65>

Le consolazioni / Lucio Anneo Seneca

Brezzo di Bedero : Rusconi, 2020

Abstract: Le Consolationes senecane sono tre: ad Marciam, Ad Helviam matrem e ad Polybium. Esse hanno l'obiettivo di consolare i tre personaggi, afflitti per la morte di qualcuno, attraverso argomentazioni filosofiche. La prima è rivolta a Marcia, figlia dello storico Cremuzio Cordo, in seguito alla morte del figlio; l'opera vuole muovere una riflessione in particolare sul tema del suicidio, portando esempi di altre donne colpite dalla stessa disgrazia. La seconda consolatio è per Elvia, la madre di Seneca, la quale è addolorata per l'esilio in Corsica del figlio: egli però la rassicura in quanto tale provvedimento non impedisce al saggio di dedicarsi all'otium. L'ultima consolazione è indirizzata a Polibio, il quale ha perso il fratello: Seneca, attraverso quest'opera, vuole in realtà tessere le lodi dell'imperatore Claudio per poter tornare dall'esilio a Roma.

Le storie
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Materiale linguistico moderno

Tacitus, Publius Cornelius

Le storie / Tacito Publio Cornelio

[S.l.] : Rusconi, 2020

Abstract: È la prima delle grandi opere di Tacito, scritta sotto il regno di Nerva, quando sembrava che si stessero armonizzando due aspetti fino ad allora inconciliabili: libertà e monarchia. La narrazione comincia a metà del regno di Galba (gennaio 69) e si ferma purtroppo agli inizi del principato di Vespasiano: il resto è andato quasi tutto perduto. Tra divinità, prodigi e oracoli si avvicendano gli uomini con le loro ambizioni, le loro passioni, le loro miserie, i loro vizi abominevoli e le loro virtù ammirabili; c'è poi l'uomo, che si trova davanti alla storia e al destino: e questa è la vera materia di Tacito, che con grande abilità e verosimiglianza riesce a dipingere i fatti con il calore e l'immediatezza delle cose viste e vissute.